IL DIO WEBBIZZANTE

L’ESPOSIZIONE CONTINUA DEL SÉ

Francisco Mele,

alla ricerca del Dio webbizzante secondo un monopoliteismo assolutista

Il Dio webbizzante si presenta come il panopticon digitale che tutto controlla, trattiene, conserva, conosce, venendosi a imporre come un’istanza superiore e globalizzante. Il soggetto si trova alla mercé di un altro che gli impone e gli attiva dei desideri di autonomia immaginaria. Il soggetto si crede libero perché può scegliere la password che presto diventa obsoleta e quindi dovrà di nuovo essere reimpostata per poter credere di essere al sicuro. Le persone vivono nell’insicurezza, angosciati di essere bersaglio degli hackers che sono capaci di svelare i loro dati sensibili; questi hackers, che si presentano come dei virus, sono capaci di entrare nella banca delle loro vittime e di svuotarne il conto. Chi è preso di mira si sente in balìa di istanze superiori che possono intervenire e modificare la sua vita.

LA CERTEZZA DI CIASCUNO DI ESISTERE  NON LO LIBERA DALL’ANGOSCIA DELL’ESISTENZA, DALL’INCERTEZZA E LA PAURA DI ESSERE ALLA MERCÈ DI UN ENTE SENZA VOLTO.

ascoltare l’intervista sull’incertezza in Radioinblue del lunedì 8 aprile 2019

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A casa di Paul Ricoeur

Credere alla parola dell’altro è il primo gesto

Francisco Mele nello studio di Paul Ricoeur

e davanti la casa del filosofo francese

 

 

 

 

Intervista di Francisco Mele a Paul Ricoeur

L’intervista si svolge nella casa di Paul PAUL RICOEUR, un tempo abitazione di Emanuel Mounier, a Chatenay Malabry, nei pressi di Parigi.

Pubblicato nel libro Io diviso/Io riunito. Per una psicoetica dell’operatore sociale. FrancoAngeli editore, Roma, 2001

E’ il 15 novembre 1997. Il filosofo riceve Francisco Mele nel suo studio, piccolo, con una vetrata sul giardino, tutto ingombro di carte e di libri fin sopra le sedie. Ricoeur mette a terra pile di carte e fa posto all’ospite. Un vecchissimo computer è aperto sull’ultima pagina che il filosofo sta scrivendo. Continua a leggere

Cardinale Eduardo F. Pironio, in via di beatificazione (en vias de beatificaciòn)

INTERVISTA DI FRANCISCO MELE AL CARDINAL EDUARDO PIRONIO,

Cardinal Pironio

Predilezione per i poveri e per i giovani. Uno degli ideatori insieme a Giovanni Paolo II della Giornata mondiale della gioventù.

(Entervista al Cardenal Pironio, el ideador junto al papa Juan Pablo II de la Jornada Mundial de la Juventud). Precursore di Papa Bergoglio, argentino di origine italiana, è stato papabile. Segretario del Sinodo dei Vescovi sotto il pontificato di Paolo VI in cui è stata pubblicata l’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi (1975) che è stata ispiratrice della Evangelii Gaudium (2013).

Card. Pironio: l’11 marzo a Roma chiusura della fase diocesana di beatificazione

9 marzo 2016

SIR- Servizio Informazione Religiosa. Si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio cardinale Eduardo Francisco Pironio. La sessione di chiusura, presieduta dal cardinale Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma, si terrà l’11 marzo nella Sala della Conciliazione del Palazzo del Vicariato (piazza San Giovanni in Laterano 6/A, ore 12). “Ricordare Pironio, l’amico di Dio – disse durante una commemorazione nel 2002 l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio – fa sentire nostalgia di non poter più contare qui sulla terra con quell’amico degli uomini e per tutti gli uomini. Ma è anche commemorare, rendendo attuale la sua vita che traspariva nei suoi scritti, seminata lungo il suo ministero pastorale e episcopale, colui che lasciò alla chiesa di Gesù Cristo, specialmente nella nostra patria, il cammino dell’amicizia come mezzo per andare sicuri verso Dio con i fratelli”. Continua a leggere

El drama del verdugo y la victima

El drama del verdugo y la vìctima

publicado en el diario argentino La Razòn en el 1985

por Francisco Mele

Francisco Mele es doctor en psicología clínica. Técnico de la Secretaría de Desarrollo Humano y Familia, e integrante de la Subcomisión de Prevención en el Uso Indebido de Drogas, dependiente de la Comisión Nacional para el Control del Narcotráfico y el Abuso de Drogas. En su trabajo analiza la personalidad del adicto de tal manera que llega a preguntarse: “ ¡A quién nos dirigimos! ¿Se trata de un enfermo o de un delincuente?” La sociedad lo considera un vicioso desde la religión, se intentará salvar su alma, para ciertas corrientes de la ciencia es un psicópata, modernas concepciones de la medicina, lo señalan como enfermo, y por su parte, los psicoanalistas tratarán de escuchar a ese ser-sufriente que goza en su sufrimiento. Continua a leggere

Cercanía espiritual y cultural al ‘Padre Jorge’, hoy Papa Francisco

/>RADIO VATICANA EN LENGUA CASTELLANA


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Home > Iglesia > Noticia del 2013-10-02 12:49:29
(RV).- Un amigo fraterno en Cristo. La formación integral del hombre. Hay que diferenciar entre sabiduría y acumulación de conocimientos. Impulsar la cultura del encuentro también entre las generaciones. Que el mundo de la cultura no se quede aislado, que el saber no se quede lejos del hombre. El Papa Francisco exhorta también a escuchar a los jóvenes. Educación ‘personalizante’. En Cagliari, al terminar la Visita Pastoral del Papa Francisco, entrevistamos al doctor Francisco Mele, que nos habla de su cercanía espiritual y cultural al ‘Padre Jorge’ – Jorge Mario Bergolio, hoy Papa Francisco –. Ha sido catedrático de Piscología, en la Universidad del Salvador, de los jesuitas en Buenos Aires – cargo que desempeñó algunos años antes el P. Bergoglio, cuyo rector, el P Quiles, fue maestro de noviciado y de Filosofía del Papa.
El doctor Francisco Mele es psicoterapeuta, actualmente vive en Roma, trabaja en el ‘Proyecto Hombre’ y enseña en una filial de la Universidad de los salesianos en Viterbo. En esta entrevista reflexionamos sobre el encuentro con el mundo de la cultura en el Pontificio Instituto Teológico de Cagliari, en el que el Papa hizo hincapié también en la importancia de la fe y la razón, acompañados por Jesús, para no reducir al hombre a simple ‘material humano’. Y en la universidad como lugar de sabiduría, que tiene una función muy importante para alimentar la esperanza, para renovar la sociedad verdaderamente. ‘Hay que diferenciar entre sabiduría y acumulación de conocimientos’… ‘El Dios con nosotros, nos acompaña tenemos que aprender a escucharlo, que la esperanza sea siempre la luz que ilumina el estudio y el empeño’.
‘Poner el saber al servicio de la cultura de la vida. La responsabilidad de la ciencia y la ética’. En Cagliari el Santo Padre puso en guardia, una vez más, contra la idolatría del dinero, por encima de la dignidad humana, el doctor Mele señala que ‘el ídolo esclaviza, mientras que Dios Padre respeta nuestra libertad’.
(CdM – RV)

Estas fotos las tomé en Cagliari el 22 de septiembre del 2013. En la segunda se ve Papa Bergoglio con el arzobispo de Cagliari Arrigo Miglio a la salida del Seminario Mayor.

 

 

padre Ismael Quiles, Prof. di Filosofia de Papa Bergoglio. Fue rector de la Universidad del Salvador.

IN CASA DELL’AMAT0 NEMICO

Crisi: aumentano separati in casa, e l’odio puo’ accendere miccia violenza

Associazione avvocati matrimonialisti italiani, una coppia su tre per ragioni econimiche vive sotto stesso tetto

Roma, 14 giu. – (Adnkronos) – Crescono i divorzi e le separazioni, una coppia su tre in Italia si divide per diversi motivi tra cui la crisi e proprio quest’ultima e’ il motivo dell’aumento dei separati in casa: coppie ‘scoppiate’ che pero’ non si possono permettere di vivere in case diverse e di pagare avvocati e mantenimento. “Le separazioni in casa sono un fenomeno molto antico in Italia – ha detto all’Adnkronos Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani – C’e’ anche un film del 1986, ‘Separati in casa’ di Riccardo Pazzaglia, che descrive, anche se in versione commedia, la vita di due coniugi che decidono di separarsi ma di continuare a vivere sotto lo stesso tetto”.
“Attualmente quello dei separati in casa – ha sottolineato Gassani – e’ un fenomeno legato strettamente alla crisi economica, anzi e’ direttamente proporzionale alla crisi, e non e’ quantificabile dato che non emerge nell’immediato ma solo nel caso in cui i figli, con il passare del tempo, lo raccontino a scuola o agli amici, o uno dei due della coppia inizia un’altra storia. Possiamo dire comunque che una coppia su tre si separa – ha precisato Gassani – e che una percentuale, in crescita, data la mancanza di denaro per avvocati o per il mantenimento, decide, gioco forza, di vivere sotto lo stesso tetto ma con vite separate: stanze separate, amici separati, vacanze separate, storie separate. Il vivere da separati sotto lo stesso tetto colpisce in particolare il ceto medio e famiglie in situazioni economiche precarie, alle quali una separazione darebbe il colpo di grazia”.
“Certo che vivere separati in casa puo’ innalzare la tensione nella coppia – ha continuato Gassani – i due non si sopportano, non si amano anzi si odiano e con l’odio si puo’ arrivare all’atto di violenza, si puo’ accendere una miccia e far esplodere la violenza appunto”. (segue)

(Adnkronos) – Dello stesso avviso dell’avvocato Gassani e’ anche Francisco Mele, psicoterapeuta della famiglia e criminologo: “Le separazioni creano nuovi poveri, sappiamo di padri o madri costretti a vivere in auto perche’ non possono permettersi una casa in affitto – ha detto Mele – Sono costose, per questo magari la coppia finisce con il vivere nella stessa casa ma in regime di separazione: una situazione che crea non pochi problemi e che in casi estremi può portare alla violenza”.”C’e’ un altro aspetto pero’ da non sottovalutare – ha sottolineato Mele – chi nella coppia che si separa decide di rimanere nella stessa casa per controllare l’altro, per controllare il nemico ed intervenire con un atto estremo di violenza. Il nemico serve a compattare la propria identita’ e soprattutto a giustificare il proprio fallimento: si innesca cosi’ una guerra che in realta’ nessuno vince e che va avanti senza sosta. Il problema piu’ grave e’ la presenza di figli che solo quelli che pagano di piu’ di tutti in una situazione cosi’ grave e che prima o poi si vendicheranno”.

IL CLIMA CULTURALE DI PAPA FRANCESCO


IL PROF. DI PSICOLOGIA, PADRE BERGOGLIO, Papa Francesco o Papa Francisco

Intervista a
A Francisco MELE
Da Anna Grotta
Rivista Caos-informa N 63

D. – Con il nuovo Papa lei condivide le stesse origini italiane e l’appartenenza successiva all’Argentina, a causa dell’emigrazione dei vostri genitori.

R. – Sì, io sono nato in Italia, ma quando avevo pochi anni i miei sono andati in Argentina perché la famiglia aveva delle terre laggiù. Padre Bergoglio era di genitori italiani, ma è nato già in Argentina.
Il rapporto di Papa Francesco con quel Paese riguarda prima di tutto il suo legame con i Gesuiti argentini. Il Collegio del Salvador di Buenos Aires è uno dei collegi più antichi del paese; nasce intorno alla metà dell’Ottocento, quando i Gesuiti, dopo l’espulsione dell’Ordine, hanno potuto tornare in Argentina e hanno dato vita a una scuola di eccellenza per formare la classe dirigente del Paese, consentendo anche a non abbienti meritevoli di frequentare i corsi. Verso la metà degli anni Sessanta Papa Francesco – allora padre Jorge Mario Bergoglio – vi ha tenuto la cattedra di psicologia, lasciando poi l’insegnamento per la sua nomina a Provinciale dell’Ordine, ma ritornandovi dopo un certo tempo a ricoprire il ruolo di Rettore e Responsabile Spirituale della Comunità del Collegio del Salvador.
Agli inizi degli anni Sessanta nel complesso del Collegio del Salvador nasce la Universidad del Salvador, dove io ho conseguito la laurea in psicologia. Rettore era il famoso pensatore Ismael Quiles, che è stato maestro del noviziato di padre Bergoglio e suo professore di filosofia. Fin dalla mia adolescenza avevo seguito le lezioni di questo studioso illuminato, e attraverso i suoi insegnamenti avevo scelto di frequentare l’università dei Gesuiti.
Anni dopo che Papa Francesco aveva insegnato psicologia al Collegio del Salvador, la stessa cattedra è stata assegnata a me, e l’ho poi mantenuta per dieci anni, fino a quando cioè sono venuto in Italia, mandato dal Ministero della Sanità, per seguire al Ce.I.S. – Centro italiano di Solidarietà un corso sul’uscita dalla tossicodipendenza – di cui già mi occupavo a Buenos Aires – e sono poi rimasto in questo Centro a dirigere il Settore di Terapia Familiare Continua a leggere

AGNES HELLER / essere europeo

Martedì 24 giugno 2003
Roma
– Quali sono secondo te le più importanti caratteristiche del momento post-moderno?

AGNES HELLER – Non so se esiste un tipo di società così. Penso che esista più di una società. Queste differenti società si sono sviluppate fino al ventesimo secolo in Europa, e guardiamo adesso questo nuovo stato dell’Europa con un nuovo occhio.
Penso che ci sia sempre stato un post-modernismo negli Stati Uniti; per esempio, penso che loro non abbiano mai conosciuto una grande letteratura, e neanche un modernismo né una grande decadenza. In questo senso l’Europa è stata americanizzata, e adesso siamo in questa situazione e abbiamo la percezione di questo cambiamento. Ci sono delle differenti domande da porre.
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