Rivista Lassalliana, Numero 3, luglio-settembre 2010
FRANCISCO MELE
Il nome del figlio rimanda al Nome del Padre. Nella terminologia lacaniana il Nome del Padre rappresenta il significante fondamentale che dà inizio a tutto il movimento della catena dei significanti, struttura su cui si appoggia il processo simbolico.
Il nome del figlio è un significante che rimanda al significante fondamentale, per cui il figlio nella sua esistenza reale non può dimenticare che il suo esserci gli viene dal padre.
Attraverso questo gioco di rimandi si costruisce l’identità di una persona. Accettare il proprio nome, conoscere il suo significato simbolico permette di inserire il soggetto nella trama della storia e nel (dis)corso delle generazioni. Nell’universo religioso il significato del nome del padre poggia su “Quel Nome” che è al di sopra di tutti i nomi. Gli ebrei scrivono il nome di Dio, ma non lo pronunciano. Nel Nuovo Testamento, invece, l’uomo nomina Dio, si rivolge al Padre e può ascoltare la sua voce che lo chiama.
Nella Bibbia padre significa “colui che sa partire”. Teraj, padre di Abramo, lascia la città di Ur nella Caldea e si dirige a Canaàn per stabilirsi nella città di Jaràn.
Abramo, in contrasto con Teraj adoratore di più dei, dopo aver distrutto a martellate gli idoli appartenenti al padre, cammina verso il deserto confidando nella Parola di Colui che gli indica la via. Continua a leggere