PAPA FRANCESCO, DALLE ANDE ALLE APPENNINI

“Avere il bastone di comando non significa dare ordini e imporre, ma servire”

Papa Francesco

Francisco Mele

PUBBLICATO IL 15-05-13
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Papa Bergoglio inaugura un nuovo tipo di leadership. E’ il Pontefice ponte fra il popolo e l’Altro da sé – Cristo -, in contrasto con la leadership narcisistica dei manipolatori di masse, che usano gli altri come ponte per arrivare a se stessi.
Parto da questa premessa per raccontare il percorso che mi ha portato a lavorare al CeIS.

Il Papa e i Gesuiti

Condivido con Papa Francesco il legame con i Gesuiti argentini.
Il Collegio del Salvador di Buenos Aires è uno dei collegi più antichi del paese; nasce intorno alla metà dell’Ottocento, quando in Argentina i Gesuiti hanno dato vita a una scuola di eccellenza per formare la classe dirigente del Paese, consentendo di frequentare i corsi anche a non abbienti meritevoli. Verso la metà degli anni Sessanta Papa Francesco – allora padre Jorge Mario Bergoglio – vi ha tenuto la cattedra di psicologia, lasciando poi l’insegnamento per la sua nomina a Provinciale dell’Ordine, ma ritornandovi poco dopo a ricoprire il ruolo di Rettore e Responsabile Spirituale della Comunità del Collegio del Salvador.
Il rettore della mia Università era Ismael Quiles, che è stato maestro del noviziato di padre Bergoglio, suo professore di filosofia e anche mio maestro.
La stessa cattedra di psicologia tenuta da padre Bergoglio, anni dopo è stata assegnata a me; io vi ho insegnato per dieci anni, cioè fino a quando sono venuto in Italia, mandatovi dal Governo argentino per seguire al CeIS un corso sull’uscita dalla tossicodipendenza, di cui già mi occupavo a Buenos Aires.

Gli argentini, europei in esilio

Borges aveva definito gli argentini degli europei in esilio, che andavano in quelle terre per trovarvi la pace e un sistema di vita sereno fuggendo dalle guerre e dalla miseria. Ciò accadeva dopo le due guerre mondiali, negli anni Trenta e Cinquanta. Ma qualche decennio dopo sono stati gli argentini a doversene andare per sfuggire alle persecuzioni politiche e alle crisi economiche. Continua a leggere

IL CLIMA CULTURALE DI PAPA FRANCESCO


IL PROF. DI PSICOLOGIA, PADRE BERGOGLIO, Papa Francesco o Papa Francisco

Intervista a
A Francisco MELE
Da Anna Grotta
Rivista Caos-informa N 63

D. – Con il nuovo Papa lei condivide le stesse origini italiane e l’appartenenza successiva all’Argentina, a causa dell’emigrazione dei vostri genitori.

R. – Sì, io sono nato in Italia, ma quando avevo pochi anni i miei sono andati in Argentina perché la famiglia aveva delle terre laggiù. Padre Bergoglio era di genitori italiani, ma è nato già in Argentina.
Il rapporto di Papa Francesco con quel Paese riguarda prima di tutto il suo legame con i Gesuiti argentini. Il Collegio del Salvador di Buenos Aires è uno dei collegi più antichi del paese; nasce intorno alla metà dell’Ottocento, quando i Gesuiti, dopo l’espulsione dell’Ordine, hanno potuto tornare in Argentina e hanno dato vita a una scuola di eccellenza per formare la classe dirigente del Paese, consentendo anche a non abbienti meritevoli di frequentare i corsi. Verso la metà degli anni Sessanta Papa Francesco – allora padre Jorge Mario Bergoglio – vi ha tenuto la cattedra di psicologia, lasciando poi l’insegnamento per la sua nomina a Provinciale dell’Ordine, ma ritornandovi dopo un certo tempo a ricoprire il ruolo di Rettore e Responsabile Spirituale della Comunità del Collegio del Salvador.
Agli inizi degli anni Sessanta nel complesso del Collegio del Salvador nasce la Universidad del Salvador, dove io ho conseguito la laurea in psicologia. Rettore era il famoso pensatore Ismael Quiles, che è stato maestro del noviziato di padre Bergoglio e suo professore di filosofia. Fin dalla mia adolescenza avevo seguito le lezioni di questo studioso illuminato, e attraverso i suoi insegnamenti avevo scelto di frequentare l’università dei Gesuiti.
Anni dopo che Papa Francesco aveva insegnato psicologia al Collegio del Salvador, la stessa cattedra è stata assegnata a me, e l’ho poi mantenuta per dieci anni, fino a quando cioè sono venuto in Italia, mandato dal Ministero della Sanità, per seguire al Ce.I.S. – Centro italiano di Solidarietà un corso sul’uscita dalla tossicodipendenza – di cui già mi occupavo a Buenos Aires – e sono poi rimasto in questo Centro a dirigere il Settore di Terapia Familiare Continua a leggere