UCCIDERE LA GUERRA CON LA PAROLA

Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta. Gli domandarono: Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?. Rispose: Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine. 10 Poi disse loro: Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11 e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12 Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. 13 Questo vi darà occasione di render testimonianza. 14 Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15 io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. 16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; 17 sarete odiati da tutti per causa del mio nome. 18 Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. 19  Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. 20 Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. 21 Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città;  (Luca 21, 5-21)2

6. IL LUPO DIMORERA INSIEME CON L’AGNELLO; IL LEOPARDO SI SDRAIERA ACCANTO AL CAPRETTO; IL VITELLO E IL LEONCELLO PASCOLERANNO INSIEME E UN PICCOLO FANCIULLO GLI GUIDERà. 

7. LA MUCCA E L’ORSA PASCOLERANNO INSIEME; I LORO PICCOLI SI SDREAIERANNO INSIEME. IL LEONE SI CIBERA DI PAGLIA, COME IL BUE.

8. IL LATTANTE SI TRASTULLERA SULLA BUCA DELLA VIPERA; IL BAMBINO METTERA LA MANO NEL COVO DEL SERPENTE VELENOSO.

9. NON AGIRANNO PIU INIQUAMENTE Né SACCHEGGERANNO IN TUTTO IL MIO SANTO MONTE, PERCHé LA CONOSCENZA DEL SIGNORE RIEMPIRA LA TERRA COME LE ACQUE RICOPRONO IL MARE. 

10. IN QUEL GIORNO AVERRà CHE LA RADICE DI LESSE SI LEVERA A VESSILIO PER I POPOLI. LE NAZIONI LA CERCHERANNO CON ANSIA. LA SUA DIMORA SARà GLORIOSA.  (ISAIA 1, 6-10)

Agostino[1]: “Adesso non è tempo di riposo. Roma va in rovina/ Ma non morirà, se non moriranno gli uomini/ E gli uomini non muoiono, se amano Dio. L’uomo fa/ e l’uomo distrugge. Il mondo, creato da Dio, /è destinato ad andare in rovina. Ma non andrà in rovina/ né ciò che ha fatto l’uomo , né ciò che ha fatto Dio,/ se non quando sarà Dio a volerlo. Non va in rovina/ un’opera dell’uomo senza il volere di Dio: quando mai/ potrà andare in rovina un’opera di Dio, perché lo vuole / l’uomo? Andate. Andate tutti. Il momento / del riposo verrà./ Cristo ce lo ha promesso risorgendo. Quando verrà / Il momento, allora riposeremo e staremo con lui./ Staremo con lui e ameremo. Ameremo e loderemo Cristo. / Ecco quello che averrà alla fine, senza fine…/ Quale altra fine ci appartiene, se non l’approdo / Al regno che non ha fine?…. (Tutti si avviano. Agostino rimane solo. Riprende / la lettera che stava scrivendo all’inizio e vi scrive ancora qualche riga. Legge)

‘…E ancora una volta non posso fare altro /che ripetere:

IL Più GRANDE TITOLO DI GLORIA/ PER UN CAPO MILITARE è QUELLO DI

UCCIDERE LA GUERRA/ CON LA PAROLA PIUTTOSTO CHE GLI UOMINI CON LA SPADA: 

E’ QUELLO DI OTTENERE LA PACE CON LA PACE, NON CON LA GUERRA’. 


[1] Maricla Boggio, “Il tempo di Agostino”, (n. 4, 1994) , rivista Hystrio. (Roma). Per il 750° anno della fondazione dell’Ordine Agostiniano.

DAL CONTAGIO AL COLLASSO MIMETICO

L’incanto della violenza e il diversamente uguale

di 

Francisco Mele[1]

(pubblicato sulla rivista di psicologia e psicoterapia LA NOTTE STELLATA, diretta da Francesco Colacicco)

L’attraversamento della pandemia ha messo in discussione delle nostre convinzioni riguardanti i diversi piani dell’esistenza all’interno della comunità, nel mondo del lavoro,  nella nostra famiglia e soprattutto nel rapporto con gli amici.

Nei tempi di turbolenza vengono ridisegnati i gesti, i simboli, e i significati delle stesse parole.

Ad esempio tre anni fa se qualcuno rifiutava la mia mano o un abbraccio avrei pensato che quella persona fosse un maleducato, o avrei letto il gesto come un’azione ostile. In questi due anni tali gesti, quelli dell’amicizia, si sono ribaltati in gesti carichi di violenza o letti come l’intenzione di qualcuno che vorrebbe farmi del male. Addirittura è cambiato l’atteggiamento nei confronti del nemico in piena crisi pandemica in quanto ciascuno di noi avrebbe desiderato che il nemico fosse sano.

I concetti di positivo e di negativo erano stati già colpiti negli anni Ottanta con l’avvento dell’AIDS.

Il lavoro psicofisico, sociale, politico che ciascuno dovrà affrontare sarà quello di ridisegnare la mappa mentale, geopolitica o usando una terminologia più attuale si tratterebbe di resettare la Scrivania delle diverse intelligenze[2], circa una serie di tematiche, argomenti e dimensioni nei confronti della gestione del tempo, la distanza con le persone e le cose e la ricognizione e differenziazione tra mondo virtuale e mondo fino a poco tempo fa considerato reale. Molti degli incidenti avvenuti in questo periodo, come l’aumento delle esplosioni di violenza all’interno delle famiglie, sono anche da collegare alla turbolenza che ha travolto la nostra percezione di essere nel mondo. La nostra categoria è stata messa a dura prova in quanto il terapeuta deve essere in grado di aiutare l’altro a sopportare l’angoscia, la paura, la rabbia quando lo stesso terapeuta si trova a dover affrontare le proprie difficoltà. Tanti uomini in condizioni costrittive sono stati capaci anche in tali situazioni di aiutare gli altri. Tra questi Viktor Frankl, ex allievo di Freud, si è trovato prigioniero nel campo di concentramento senza per questo dimenticarsi di essere uno psicoterapeuta al servizio di coloro che gli chiedevano aiuto. Salvando le distanze tra essere ricoverato in un ospedale in piena pandemia, molti hanno vissuto sentimenti vicini a quelli provati da Frankl quando scrive:

“Poi d’improvviso, vi fu un silenzio – un violino pianse un tango, di una tristezza infinita; non era un motivo alla moda, non era banale… il violino piangeva, mentre qualcosa piangeva in me. Perché in quel giorno qualcuno compiva ventiquattro anni; questo qualcuno giaceva in una baracca del lager di Auschwitz, a poche centinaia o migliaia di metri da me, ma irraggiungibile; questo qualcuno era mia moglie”[3].


Quante familiari o amici non potevano essere vicini ai loro cari quando questi sotto l’ossigeno stavano al punto di andarsene. Cosa abbiamo imparato da questa tragedia? Agli inizi i decessi erano soprattutto di persone anziane. Ricordo un giovane molto arrabbiato con la vita che diceva: “Spero finalmente di liberarmi dai miei genitori, e così prendermi la casa”.

In una lettura tragica della psico-socio-bio-politica l’INPS ha risparmiato un miliardo e duecento milioni di pensioni, per cui tanti cinquantenni potrebbero gioire da questi numeri. Infatti un buon numero di non vax appartiene a questa categoria. Uno di loro, proprietario di un negozio di alimentari, ad alta voce mentre serviva i clienti diceva: “Se mi obbligano a chiudere l’attività perché non ho il greenpass, ho dei soldi per andarmene alle Canarie”. Rispondo al suo commento pensando che dovrebbe fare in fretta perché tutti noi che abbiamo iniziato allora a vaccinarci, fra alcuni mesi, se la teoria dei no vax fosse stata corretta, saremmo morti e quindi non ci sarebbero neanche gli impiegati della banca a dargli dei soldi. Senza rendersi conto, aggiungo, che in una catastrofe di queste dimensioni, i soldi perderebbero il loro valore. Il negoziante mi ha guardato con odio. Alcuni giorni dopo, per un caso del destino, è esploso il vulcano delle Canarie seminando nelle isole fuoco e terrore. 

Un mio vecchio professore – Arnaldo Rascowskj[4] – che aveva scritto un libro sul figlicidio, affermava che le guerre le facevano i vecchi per mandare a morire i giovani. Dopo la terribile epidemia assistiamo a un incremento della violenza giovanile e a minacce di guerra che sembrano voler  spostare  il conflitto all’interno di un paese, di una comunità scegliendo un nemico esterno apparentemente reale su cui scaricare uno violenza in crescita e soprattutto spostare  il fallimento di politiche sanitarie, sociali ecc. da parte di governi che si sono trovati impreparati ad affrontare la pandemia.

Secondo Carl Schmitt il bravo politico sa scegliere il buon nemico. Ci troviamo davanti a una classe politica che non è in grado di sostenere  una posizione perché gli eventi sono così veloci che in breve tempo si modificano le migliori strategie. La scelta del nemico serve a compattare il partito o la coalizione quando è in crisi e soprattutto a giustificare i propri fallimenti. Il passaggio da una delle migliori sanità pubbliche mondiali, come quella italiana, alla sanità privata ha visto nei primi mesi crollare l’assistenza negli ospedali. Centosessantamila morti costituiscono una cifra non di poco quando se fosse funzionata la medicina di base forse il numero sarebbe stato ridotto. Comunque siamo stati fortunati di vivere in  Europa e di ricevere in un tempo inimmaginabile il vaccino che ha salvato altre migliaia di vittime. Forse questa è la fase propizia per cominciare a definirci europei piuttosto che insistere nell’identità dei nazionalismi che portano a esasperare i conflitti. Essere europeo in un contesto globale ci darà la possibilità di sederci nei tavoli dei negoziatori che stanno ridefinendo la mappa del mondo.


I commenti sono chiusi.