SUICIDI E OMICIDI
due facce della crisi

30-04-12
di Francisco Mele

Da quando è cominciata la crisi attuale alla fine del 2008, viene registrato un numero significativo di suicidi e di omicidi: i primi si verificano per la grande maggioranza nell’ambito maschile; i secondi, soprattutto realizzati da uomini, si appuntano a donne.
Un tale numero di morti, su due diversi fronti, pone una domanda: se vi possa trovare una comune motivazione che ne individui una correlazione.
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LA PERDITA DEL LAVORO E SUICIDIO / La Repubblica- Napoli

Crisi: psicologo su suicidio Napoli, perdita lavoro produce crollo autostima in uomini

Roma, 30 apr. –
(Adnkronos) -”La perdita di una base sicura di lavoro, e quindi di solidita’ economica, toglie alla condizione maschile quel punto di appoggio fondato sull’autostima circa la propria posizione nel mondo che e’ prerogativa essenziale del loro universo rispetto a quello femminile . Se ‘l’organizzatore esistenziale’ della vita e’ la riuscita nel lavoro, venendo a mancare tale elemento, l’individuo si sente insicuro e crolla emotivamente”. Cosi’ lo psicanalista e criminologo Francisco Mele commenta all’Adnkronos la lunga scia di suicidi per motivi economici, l’ultimo quello del portiere che si e’ tolto la vita a Napoli dopo essere stato licenziato. “In questo gesto definitivo -spiega Mele- coesistono due elementi, il meccanismo di attacco e il meccanismo di difesa: di attacco, perche’ e’ come se si volesse colpire con un atto ideale e morale il presunto nemico, per lasciarlo confuso, disorientato e dubbioso; di difesa, per preservare dalla distruzione quel poco che resta della propria dignita’. Nel caso specifico del suicidio di Napoli, l’uomo aveva perso la madre e la sua famiglia, la moglie lo aveva lasciato e se ne era andata con i figli. Cosi’ ha finito per sentirsi colpevole di tutte le sue disgrazie. E si e’ impiccato: un’azione che riproduce la dialettica del boia e della vittima. Il portiere insomma e’ diventato boia e vittima di se’ stesso”. “Sarebbe necessario – sottolinea lo psicologo, che e’ curatore di un blog (www.psicologiacritica.it ) dove si approfondiscono queste tematiche- creare dei Centri finalizzati a portare aiuto alle persone afflitte da disagi economici e affettivi, uno di questi e’ stato aperto per gli imprenditori dal Sole 24 Ore”.

René Girard, LA TEMPESTA MIMETICA
IN PERIODO DI CRISI ECONOMICA

Convegno Internazionale Fondazione Valentino Bucchi
Roma, 29 novembre 2009

FRANCISCO MELE

René Girard individua nella Bibbia una logica contrapposta a quella dei miti della cultura greca. (….)
Nella Bibbia la vittima è innocente e il testo biblico denuncia i persecutori. Girard trova quindi nella Bibbia un tentativo di smascheramento della violenza all’interno di una comunità.

UNO STUDENTE HA ACCOLTELLATO IL SUO INSEGNANTE DI MUSICA

La crisi esplosa con i primi crolli della borsa ha accelerato un cambiamento che ancora non percepiamo nella sua crudeltà, ma negli effetti che in tutta la piramide sociale produce sulle persone più deboli e sugli emarginati, attraverso la violenza che si verifica quotidianamente, nei delitti in famiglia in aumento esponenziale, negli scontri tra etnie diverse specialmente nella scuola con il bullismo, la ribellione ai professori, l’intolleranza degli studenti a qualsiasi disciplina. Continua a leggere

BAMBINO UCCISO DAL PADRE

2009 > 02 > 26 > Cronaca >

MILANO-MELE: SU OMICIDIO AL CONSULTORIO, PADRE NON HA SOPPORTATO LIMITE LEGGE

LO PSICOTERAPEUTA, GUERRA IN ATTO DI TUTTI CONTRO TUTTI CADUTI I CONFINI DEL CONFLITTO
Roma, 26 feb. (Adnkronos) – ”Il caso del bambino ucciso dal padre al consultorio e’ l’ultimo di una lunga scia di delitti della guerra in atto di tutti contro tutti, in cui i confini del conflitto sono scomparsi e non esistono piu’ luoghi protetti”. Lo sottolinea all’ADNKRONOS il criminologo Francisco Mele, specializzato in terapia familiare e autore di numerosi saggi come ”Le spie dell’incertezza. Scuola, famiglia e istituzioni” e ”Il disincanto-Le Patologie dell’abbondanza”, scritto insieme a Maricla Boggio e a R.Bortino, commentando la tragedia che si e’ consumata ieri a San Donato Milanese, protagonista un egiziano che dopo aver ucciso il figlio di nove anni, si e’ tolto la vita.
”Occorre -ricorda Mele- considerare il conflitto culturale presente in quasi ogni famiglia. La lotta per imporre il modello educativo di provenienza della famiglia d’origine della madre o del padre diventa una battaglia fra i coniugi, e non sempre si arriva a un’intesa di mediazione. Fra le due parti contendenti si pone implicitamente il quesito: a chi appartiene il figlio?”.
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LA CRISI PUO’ UCCIDERE

FINANZA: RISPARMIATORI NEL BARATRO, LA CRISI PUO’ UCCIDERE (2)
LO PSICANALISTA MELE, CROLLANO GLI IDOLI E L’ANGOSCIA PUO’ FINIRE IN TRAGEDIA
(Adnkronos)

19-10-2008
– Un suicidio quello di Renato, avvenuto mentre i tg si aprivano con la notizia del balzo record a Piazza Affari. Ha voluto porre fine alle proprie sofferenze. “Nonostante i buoni risultati – ha raccontato Roberto G., un nipote della vittima – aveva la fisima che la sua ditta andasse male”. E così ha raggiunto il balcone del proprio appartamento in corso Racconigi, è salito sull’impalcatura montata dagli operai che stavano ristrutturando lo stabile, e si è lanciato nel vuoto. Un volo di sei piani finito in una chiazza di sangue sul cortile di cemento. Una storia come tante, che trova come possibile spiegazione il crollo improvviso di punti di riferimento.
“In questa crisi economica – spiega all’ADNKRONOS lo psicanalista e criminologo Francisco Mele, che dirige il Settore Terapia Familiare del CeIS ed è docente di Sociologia della Famiglia e di Pedagogia della devianza e dell’emarginazione minorile presso l’Istituto ‘Progetto Uomo’ – c’è una caduta di certi idoli, e l’uomo non è più attrezzato a superare gli ostacoli posti dall’esistenza”.
Per Mele, che nella sua carriera ha lavorato in Argentina in ospedali psichiatrici e istituzioni minorili, “da alcuni anni stiamo vivendo una guerra economica forte. Si cerca continuamente di dare una faccia al nemico, un nemico non individuabile, così anche la moglie, il figlio possono diventare nemici. Oppure si sceglie il suicidio come ultima carta contro l’incertezza”. (segue)

rassegna stampa – Senato della Repubblica

PAUL RICOEUR
Credere alla parola dell’altro

PAUL RICOEUR

15-11-1997
L’intervista si svolge nella casa di Paul PAUL RICOEUR, un tempo abitazione di Emanuel Mounier, a Chatenay Malabry, nei pressi di Parigi.
E’ il 15 novembre 1997. Il filosofo riceve Francisco Mele nel suo studio, piccolo, con una vetrata sul giardino, tutto ingombro di carte e di libri fin sopra le sedie. Ricoeur mette a terra pile di carte e fa posto all’ospite. Un vecchissimo computer è aperto sull’ultima pagina che il filosofo sta scrivendo. Continua a leggere

L’IDENTITA (MENTE) WEBBIZZATA

IDENTITA PSICO-GLOCAL ED IDENTITà  (la Mente) WEBBIZZATA

La MENTE WEBBIZZATA

febbraio 2012

I CASI DI PERSONE CHE HANNO INVIATO DELLE FOTO, FILMATI, che preanunziano delle azioni tragiche come è accaduto con il norvegese Breivik. Altri inviano dei messaggi dopo di aver realizzato certe azioni (ADNKRONOS)

Ancora siamo lontani dal valutare esattamente l’effetto del web nella costruzione della propria identità. Si è passato velocemente dalla piccola comunità di appartenenza alla grande comunità del web. Io propongo differenziare l’identità psico-glocal e l’identità webbizzata. L’identità psico-glocal intesa come l’insight ovvero la percezione di essere uno nel mondo all’incrocio di un momento storico dove si è in un luogo particolare insieme ad altri della propria comunità e l’appartenenza alla terra come la patria di tutti gli esseri umani.
L’identità webbizzata è labile, variabile, velocizzata, come se non riuscisse a trovare un punto fermo da dove costruire la propria struttura. Naviga senza bussola; credendo di incontrare la conoscenza, la verità, si trova con tantissime informazioni che in alcuni casi sembrano portare all’esplosione del soggetto.
Entrambe identità sono in costruzione, tengono conto di tutta la tecnologia moderna. Davanti a questa sterminata comunità del web, il soggetto si trova solo, si sente piccolo o onnipotente. Il soggetto si trova ad essere osservato da un grande occhio e un grande udito, che vede e ascolta, che incita al godimento e tutto vuole sapere, a differenza dell’occhio di Dio, qui il grande occhio tutto lo assolve. Ogni criminale o trasgressore ha bisogno di essere visto da qualcun altro. Il trasgressore non sopporta che la propria azione rimanga nell’anonimato. Il soggetto che è entrato in pieno in questa fusione con la mente webbizzata, si sente di essere lui stesso il Grande Occhio che tutto vede e controlla, gode nel vedere gli altri stupiti dalla propria azione.

LA CRISI DEL MODELLO AZIENDALE ITALIANO

2009
Pubblicato in CaosInforma 29

La crisi economica è il risultato di una guerra che sta attraversando tutti gli strati sociali in ogni paese; una crisi che è anche un riflesso delle tensioni che viviamo oggi perché nella società moderna si è innestata un’accelerazione, un aumento della competizione di tutti con tutti: è così che il collega di lavoro, in altre occasioni sentito come collaboratore, diventa un nemico da sconfiggere.

La crisi economica attuale rappresenta un’opportunità per modificare il paradigma della violenza propria della guerra economica. Si deve tendere a passare da una logica diadica della competizione all’estremo per una logica triadica dell’etica e del rispetto di una legge più equa che armonizzi il mercato. Continua a leggere

ABUSO D’ALCOOL TRA TEENAGER

(FONTE) ADNKRONOS Salute, 22 marzo 2008
(pubblicato il 25 marzo su Automedicazione, le news salute).

l’articolo ripreso sul sito PAOLA BERTOLINI’S point of wiew

“A Londra si può vedere quasi giornalmente quanto le persone siano felici di “sbronzarsi”, ogni giorno e soprattutto ad ogni ora: ho profonda ammirazione per l’autore di questo documento – Francisco Mele, psicanalista, criminologo e docente di Sociologia della famiglia- che tratta appunto dell’abuso di alchool e dice:

“- Non più legato solo alla povertà e all’emarginazione, l’alcolismo è ora anche figlio dell’abbondanza, dell’indifferenza e della trasformazione degli equilibri all’interno della famiglia. E in particolare della scomparsa del ruolo paterno inteso come metafora dell’ordine e dell’autorità. Ecco perché colpisce sempre più giovanissimi. Mele commenta all’ADNKRONOS il caso della teenager di Bolzano trovata incosciente, in coma preetilico, all’esterno di una discoteca ieri notte. Continua a leggere