L’ESPOSIZIONE CONTINUA DEL SÉ
Francisco Mele,
alla ricerca del Dio webbizzante secondo un monopoliteismo assolutista
Il Dio webbizzante si presenta come il panopticon digitale che tutto controlla, trattiene, conserva, conosce, venendosi a imporre come un’istanza superiore e globalizzante. Il soggetto si trova alla mercé di un altro che gli impone e gli attiva dei desideri di autonomia immaginaria. Il soggetto si crede libero perché può scegliere la password che presto diventa obsoleta e quindi dovrà di nuovo essere reimpostata per poter credere di essere al sicuro. Le persone vivono nell’insicurezza, angosciati di essere bersaglio degli hackers che sono capaci di svelare i loro dati sensibili; questi hackers, che si presentano come dei virus, sono capaci di entrare nella banca delle loro vittime e di svuotarne il conto. Chi è preso di mira si sente in balìa di istanze superiori che possono intervenire e modificare la sua vita.
LA CERTEZZA DI CIASCUNO DI ESISTERE NON LO LIBERA DALL’ANGOSCIA DELL’ESISTENZA, DALL’INCERTEZZA E LA PAURA DI ESSERE ALLA MERCÈ DI UN ENTE SENZA VOLTO.
ascoltare l’intervista sull’incertezza in Radioinblue del lunedì 8 aprile 2019
Michel Foucault nella sua ricerca sulle tecnologie del Sé inizia con le tecniche di origine greca per poi introdursi nelle tecniche proprie del cristianesimo.La differenza fra gli stoici e i cristiani passa attraverso un modo differente di concepire il rapporto del Maestro e il discepolo.
Per i greci il Maestro conclude la sua missione quando il discepolo diventa padrone di sé.
Nel cristianesimo, soprattutto nel monachesimo, il rapporto con un Maestro o direttore spirituale accompagna la vita del religioso.
In entrambe di queste prospettive – greca e cristiana – la tecnica dell’esame di sé costituisce uno strumento necessario per la conoscenza di sé e per i cristiani in particolare per arrivare a raggiungere l’ascetismo che permetta al soggetto l’incontro con Dio.
L’esercizio quotidiano del controllo dei propri pensieri per distinguere il grano dalla zizzania mette in risalto un’azione della coscienza come il cambiavalute ovvero l’esercizio di separare e analizzare la vera moneta.
L’obbiettivo del monaco di contemplare Dio e di essere contemplato da Dio implica una lunga disciplina e trasformazione del Sé. Si tratta quindi di immobilizzare la coscienza per rivolgersi soltanto a Dio.
Nell’ascetismo in cui i ragazzi chiamati hikikomori rinunciano come il monaco al mondo esterno per entrare e vivere soltanto nel mondo del web, si perde il controllo dei propri pensieri per essere gestiti dal Grande Pensiero che agita la rete in cui essi fanno affidamento.
Stiamo assistendo al passaggio dall’Io interiore sviluppato da Agostino all’Io esterno.
L’Io interiore è lo spazio nel quale avviene la scoperta del Sé che in Agostino non è legata aa un’azione propria del Sé, ma a un incontro e a una ricerca continua di Dio.
Conosco me stesso, e più conosco me stesso, più conosco Dio.
Secondo Jean-Luc Marion il Sé in Agostino è un dono che la persona riceve da Dio. Agostino parla con Dio, a differenza della Teologia che parla di Dio. Quale riflessioni ci pone oggi il Web? Parliamo nel web, con il web e il web ci parla. Siamo in grado di essere dentro e fuori recuperando il nostro spazio interiore? Il Maestro interiore di Agostino ci guida quando incontriamo il dio webbizzante?
Lo svuotamento e travasamento dell’Io interiore verso l’Io esterno porta il soggetto di oggi a esporsi e a sacrificare il proprio Sé a un Dio che tutto sa, conosce, guarda, contempla senza poter essere conosciuto. Questo Dio è il Dio webbizzante.
Nel cristianesimo è importante la mediazione della Chiesa nel rapporto tra il fedele e Dio. La lettura deve essere fatta secondo una logica triadica che coinvolge il rapporto Dio Padre, Cristo Figlio e Spirito Santo che costituisce l’elemento unificante della triade. Lo Spirito è relazione. Rompe con una teologia politica monoteista e assolutistica.Nel rapporto con il Dio webbizzante, l’addetto – definito da noi “Io webbizzato” – rimanda alla fusione di ambedue i poli. L’Io webbizzato si fonde con il primo in quanto non ci sono mediatori che permettano la separazione necessaria per avviare un processo di identità autonoma.
Fortuna e sfortuna si alternano senza la possibilità che la vittima si senta protetta e sicura nella propria dimora. In questa linea, il gioco d’azzardo – come la lettura dell’oroscopo – rappresenta il luogo illusorio dove, come nell’antichità si andava all’oracolo di Delfi, si va per sapere che cosa accadrà nel futuro. Chi dovesse vincere qualcosa una volta, si sentirebbe protetto dalla fortuna; egli raddoppierà quindi la posta in gioco. Se, a questa seconda puntata, perderà, sfiderà un’altra volta la fortuna. Da tale circolo vizioso è difficile uscire.
Il concetto più vicino a questo processo di assoggettamento nel quale il soggetto crede di essere libero di pensare e di sentire in realtà è la psicopolitica un potere che si impossessa della persona condizionandola dall’interno.
Da l monoteismo assolutistico siamo passati attraverso il pensiero triadico della pneumatologia ( trattato dello spirito) a un monoteismo – politeista o monopoliteismo assoluto, perché il Dio webbizzante monoteista offre all’addetto degli dei – idoli a cui l’addetto deve sacrificare il Sé.
In questo contesto il senso di insicurezza aumenta in quanto l’identità, l’autostima e la coscienza di sé dell’addetto dipendono totalmente da altri virtuali.
Il Dio web esige oltre all’esposizione del Sé la confessione di tutti i pensieri, la rinuncia di sé, la verbalizzazione di ogni pensiero e soprattutto la messa in mostra delle immagini e dei luoghi dove il Sé fa selfie.
Come affrontare la sfida del nostro tempo con l’onnipresenza del mondo web necessaria per questa rivoluzione culturale che attraversa ogni atomo della nostra esistenza?
Come passare dallo spazio dell’interanonimato a quello dell’interpersonale e interinstituzionale? Come contribuisce il web a costruire l’identità di un soggetto? Siamo molto immersi in un mondo che l’uomo ha creato, senza immaginare forse che lo stesso uomo non riesce più a controllare l’effetto della propria azione.
Ciascun individuo che posta una foto, scrive un articolo o immette un video, non è in grado di calcolare come il suo intervento verrà utilizzato da altri a cui arriva.
Questa del web è una delle cause di insicurezza che si aggiunge alle tante di natura economica, politica e sociale, dalle quali è impossibile liberarsi perché appartengono a uno stato di necessità. Riguardo al web, si tratta di valutare che cosa nel suo uso possa dipendere dal soggetto che lo pratica, o che cosa dipenda dalle dinamiche di cui il soggetto non è responsabile.