FRANCISCO MELE
E’ corretto continuare a usare il termine supervisione? Si è visto che alcuni autori preferiscono ad esempio il concetto di paravisione.
La supervisione riguarda una visione dall’alto, quasi di un fratello maggiore, o quella del panopticon di Bentham descritto da Foucault; un grande occhio circolare usato nel sistema penitenziario, che osserva tutto e tutti, mentre chi è osservato non sa da chi e quando viene osservato: questa struttura del panopticon richiama con efficacia il sistema di sorveglianza che, non più in senso strettamente architettonico ma come disciplina del sistema penitenziario, è disceso poi nella struttura della fabbrica, della scuola, delle istituzioni. Lo specchio unidirezionale è il sogno che avrebbe voluto Bentham. Certo che nell’ambito della terapia familiare non viene utilizzato con gli stessi scopi dalla guardia carceraria o dal capo che vuole controllare se i suoi impiegati lavorano. Continua a leggere