CONVEGNO, LEGITTIMA DIFESA

 

I

IL DELINQUENTE COME NEMICO SOCIALE

Francisco Mele

La scelta del nemico di tutti fa parte dell’intelligenza del politico – affermava Carl Schmitt -. Ogni governo sceglie quella figura che giustifica parte dell’impossibilità di raggiungere gli obbiettivi proposti durante le campagne elettorali.

Una lettura della legittima difesa sposta l’attenzione verso un problema che impedisce di vedere la complessità della governabilità.

Quando una società si sente minacciata a livello esterno o rischia la frammentazione della propria identità a causa di lotte interne, escogita il dispositivo che serve a riunificare una società in crisi: il meccanismo è la scelta del sacrificio di una figura considerata nemica. In sintesi, la scelta del sacrificio di uno serve a salvare tutti, perché una violenza nella guerra interna indiscriminata può portare all’autodistruzione della comunità.

René Girard individua nel capro espiatorio il dispositivo che serve quindi a proteggere il sistema.

Perché nel caso della legittima difesa lo Stato rinuncia alla sua funzione di terzietà?

C’è la tendenza nei governi di eliminare o ridurre il funzionamento della mediazione istituzionale, in questo caso dell’ordinamento giuridico.

Il sovrano alla base di quello che oggi viene chiamato il sovranismo tende a stabilire un rapporto simbiotico tra popolo e sovrano: questi si sente portatore della voce e dei sentimenti del popolo venendo a questo punto a sentirsi legittimato a modificare talvolta con l’intenzione di addomesticare la struttura giudiziaria.

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Amoris Laetitia, un trattato anche di psicologia

La gioia dell’amore: a Civitella Roveto si parla di “Amoris Laetitia”

 Set 16, 2016 1.225 views  Maria Caterina De Blasis

 Una serata dal titolo “La famiglia di Francesco nella misericordia di Dio”, dedicata ad “Amoris Laetitia”, l’esortazione apostolica post sinodale del Santo Padre sull’amore nella famiglia, ha arricchito la Settimana Eucaristica di Civitella Roveto.

Ospite d’onore della tavola rotonda, coordinata da Maria Caterina De Blasis, il professor Francisco Mele, psicoterapeuta e attento conoscitore del percorso teologico e culturale di Papa Francesco, delle sue passioni e delle sue qualità politiche. Mele, infatti, è stato successore di Jorge Mario Bergoglio, come professore di psicologia, al Collegio universitario del Salvador di Buenos Aires, uno dei centri di formazione della classe dirigente argentina gestito dai Padri Gesuiti.

Insieme a lui, a parlare di “Amoris Laetitia” anche tre sacerdoti, che sono stati definiti colonne portanti della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, da anni a servizio della nostra chiesa locale: Monsignor Antonio LecceMonsignor Bruno Antonellis Don Dante Gemmiti. A loro il compito di analizzare il documento apostolico dal punto di vista teologico, dottrinale e pastorale.

 

Convegno in Vaticano, “Il bambino come persona e come paziente”

PONTIFICIO CONSIGLIO PER GLI OPERATORI SANITARI
FONDAZIONE “IL BUON SAMARITANO”

IV CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDIO

Il bambino come persona e come paziente
Approcci terapeutici a confronto

Città del Vaticano, 14 – 15 giugno 2013
Aula S. Pio X (Via dell’Ospedale, 1 – Roma)

R A D I O V A T I C A N A

Home > Chiesa > notizia del 2013-06-13

Saranno oltre 200, in arrivo da 30 Paesi e dai 5 continenti, i partecipanti al Convegno di Studio “Il bambino come persona e come paziente. Approcci terapeutici a confronto”, organizzato dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari-Fondazione Il Buon Samaritano per domani e sabato prossimo presso la Sala S.Pio X a Roma. L’iniziativa organizzata con riferimento all’Anno della Fede e in preparazione alla Giornata dell’Evangelium Vitae che sarà celebrata a Roma e in Vaticano il 15 e 16 giugno prossimi – informa una nota del dicastero – prenderà il via con una Messa Solenne, presieduta dall’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e celebrata all’Altare della Cattedra di S. Pietro a partire dalle ore 8,00. Alle ore 9:30, nella Sala S. Pio X, lo stesso capo dicastero terrà il discorso di apertura del Convegno, incentrato sul tema “La cura del bambino come persona”. Seguirà la prima sessione generale, intitolata La medicina pediatrica di fronte al disagio e al disturbo infantile e moderata dal dott. Francisco Mele, psicoterapeuta e docente di Sociologia della famiglia. Nel pomeriggio prenderanno il via i lavori di gruppo ai quali parteciperanno esperti, operatori sanitari, cappellani e volontari in arrivo da tutto il mondo. A conclusione del Convegno, nel pomeriggio di sabato 15, si terrà la tavola rotonda: “Cura dei bambini sofferenti come sfida alla Chiesa e alla società: esperienze di alcune conferenze episcopali”. Vi prenderanno parte i rappresentanti delle Chiese Locali dell’Africa, dell’America Settentrionale e dell’America Latina, dell’Asia, dell’Oceania e dell’Europa. Continua a leggere

Invidia a cura del Dott.Francisco Mele

Si è svolto presso il centro CeIS Don Mario Picchi di via Attilio Ambrosini 129, un incontro sul tema dell’invida tenuto dal Dott. Francisco Mele, responsabile di terapia famigliare parallela del centro Ceis Don Mario Picchi.


Vi proponiamo qui una piccola sintesi del tema trattato.
Nei prossimi mesi seguiranno nuovi incontri, di cui potrete trovare notizie sulle date e le tematiche trattate direttamente qui sul nostro sito.

L’INVIDIA

L’invidia è un sentimento negativo che si prova nei confronti di una o più persone che hanno qualcosa che noi non possediamo. La maggior parte delle persone ha più difficoltà ad ammettere di essere invidiosa che accettare per esempio di essere gelosa od orgogliosa. Eppure sappiamo che anche la rabbia e l’orgoglio sono emozioni negative, ma il loro riconoscimento è spesso più semplice. Le ragioni della difficoltà di individuare in noi stessi tale emozione si potrebbero ricondurre non solo ad una scarsa capacità del soggetto di guardarsi dentro o di saper discriminare i propri sentimenti, ma anche a qualcosa che socialmente è molto poco accettabile. Basti semplicemente pensare che nella Bibbia l’invidia viene definita come il “cancro delle ossa”, perché l’invidioso rodendosi si corrode e quindi non può che produrre effetti negativi sulla propria salute psichica e fisica. L’invidia provoca dolore e passa attraverso lo sguardo, l’etimologia del termine invidia deriva, infatti, dal latino “invidere” ovvero guardare di traverso, in modo maligno, non a caso anche Dante nella Divina Commedia associò l’invidia al simbolo della vista, degli occhi.
L’invidia è un’emozione che molto spesso si vive in solitudine perché esternare di essere invidiosi significa ammettere a se stessi di valere meno del soggetto invidiato, facendo emergere nella persona una sensazione di inferiorità che di per sé è difficile da sopportare, può indicare un fallimento e per questo provoca una grande sofferenza nella persona che la sperimenta. Più il sentimento d’inferiorità è forte e più si prova invidia, perché ci si scontra con un immagine di sé debole e fragile che per qualcuno è qualcosa di insopportabile. Va sottolineato però, che i sentimenti per poterci lavorare devono essere affrontati, ma l’invidia fa paura, perché crea competizione e genera conflitto. Funzionale potrebbe essere l’elaborazione di questa emozione fino ad arrivare al punto da saperla utilizzare attivando le proprie risorse per conquistare ciò che non si ha ed essere soddisfatti per ciò che si possiede senza quindi, ostinarsi ad inseguire qualcosa che non si può avere. Per intraprendere questo faticoso lavoro su se stessi potrebbe essere utile cominciare a capire cosa possiamo o vogliamo fare della nostra vita ricordandoci ogni giorno tre elementi fondamentali dai quali non si può prescindere:
  •          Ricordare se stessi;
  •          Ricordarsi di vivere;
  •          Ricordarsi che morirai.
Scegliendo il nostro modo di vivere possiamo decidere se farlo in “prigione” o in libertà considerando sempre, che non potremmo mai essere completamente liberi.
Nella tossicodipendenza il principio della libertà viene intaccato così come il principio della vita (posso rischiare di morire) e il principio della responsabilità ( “non hanno colpa solo gli altri, ma anche io sono responsabile delle azioni che compio”). Il concetto di libertà è molto importante, perché spesso sono le nostre scelte e la vita che decidiamo di vivere che ci intrappola in una gabbia. Imparare a conoscersi è indubbiamente un lungo e doloroso percorso, ma va compiuto e per farlo ci si deve confrontare anche e soprattutto con le emozioni negative. Il cammino verso la libertà, e con questa intendo la libertà verso noi stessi innanzitutto e poi verso gli altri, può essere compiuto sia attraverso un lavoro terapeutico molto profondo sia attraverso un processo terapeutico gruppale.
Quest’ultimo si articola in 4 momenti:
  • La narrazione: implica aver fiducia nel gruppo, racconto la mia storia e so che questa non può essere utilizzata contro di me, so che rimarrà all’interno del gruppo;
  • L’aspetto argomentativo: si rifà all’etica del dialogo, se affermo una cosa la devo argomentare;
  • L’interpretazione
  • La ricostruzione: ricostruire me stesso insieme agli altri. È un momento dolorosissimo ed è un processo individuale. Significa ricostruire la fiducia, i legami, significa iniziare una riconciliazione fino a giungere dopo molto tempo al perdono che deve esserci altrimenti la guerra con gli altri non smetterà mai.
Attraverso il confronto tra i ragazzi e grazie alle loro riflessioni sono emerse diverse sfaccettature dell’invidia che potremmo racchiudere nei seguenti punti:
  • L’Emulazione: sentimento basato sull’ammirazione per qualcuno e sul desiderio di eguagliare, imitare o addirittura superare quella persona.
  • La Ferita Narcisistica: sensazione di bassa autostima e senso di inferiorità.
  • La Bramosia: desiderio di possedere le cose che altri hanno.
  • La Rabbia: sentimento rivolto a chi possiede, può essere lieve o arrivare fino a desideri maligni verso la persona che possiede la cosa invidiata.
Interessante è stata anche la ridefinizione in positivo del sentimento dell’invidia come qualcosa da cui trarre insegnamento per abbandonare ciò che non piace in noi stessi o nelle azioni che compiamo per migliorarci e per prendere consapevolezza di ciò che realmente vorremmo essere.
Potremmo concludere quindi, affermando che l’invidia è un malessere profondo molto aggressivo sia verso la persona che lo prova sia verso gli altri che ricade indubbiamente sull’identità di una persona che deve fare i conti con una bassa autostima e con un senso di inferiorità accentuato.
Non possiamo sapere se si può “guarire” dall’invidia, ciò che sappiamo è che nuoce al soggetto che la sperimenta e per alleviare questo tipo di dolore possiamo iniziare con il conoscere noi stessi.

 

Cristina Cammarata

I VOLTI DELLA DEPRESSIONE

I volti della depressione: da malattia sociale a occasione di cambiamento
mercoledì, luglio 4th, 2012.
AL CONVEGNO SULLA DEPRESSIONE ORGANIZZATO DALL’ARPCI

convegni e seminari by Piera Lombardi

È bene secondo il terapeuta parlare di meccanismi d’attacco dei disturbi da aggiungere a quelli più noti di difesa. Mele ha individuato le modalità d’attacco del depresso nell’atteggiamento di passività o, se prevale la fase maniacale, nell’iperattività. Ambedue presuppongono ciò che ha definito ‘deficit etico di personalità’ o nella versione più grave ‘disturbo etico di personalità’. In entrambi i casi, c’è il non rispetto dei principi etici fondamentali e universali: della vita, della libertà dell’altro, della responsabilità delle proprie azioni. Situazioni in cui tutti noi in vari modi cadiamo. “Ma mentre se i batteri attaccano l’organismo non c’è giustificazione che tenga, se noi attacchiamo lo facciamo sempre e solo per difenderci o per il bene degli altri, forse per questo il meccanismo di attacco non c’è in psicologia”. Sia il deficit che il disturbo implicano quindi secondo il relatore un’intenzionalità: “tanti pensano in psicopatologia che uno scelga la propria malattia, la scelta è anche di non scegliere, di non uscire dalla depressione perché ha vantaggi la scelta della propria infelicità, le persone a volte scelgono di essere infelici, ripetono lo stesso comportamento che le porterà al proprio scacco, lo scacco del soggetto. La depressione è anche il soggetto in ostaggio di se stesso”. Un ostaggio che imprigiona anche la famiglia. Senza arrivare agli estremi di Lacan che considerava la depressione una viltà morale (“non ritengo lo sia, ha obiettato Mele perché chi è depresso sconta il proprio stato”), c’è comunque una scelta della propria infelicità. Continua a leggere

CONVEGNO SULLA DEPRESSIONE
I meccanismi di attacco nella depressione

29
giugno
2012
Convegno “Depressione: il sole nero”

Si intitola “Depressione: il sole nero” il convegno, che sarà ospitato a Roma nella sala conferenze dell’ Istituto Salesiano Pio XI di Via Umbertide 27, venerdì 29 e sabato 30 giugno 2012 organizzato dall’ARPCI, Associazione per la Ricerca in Psicoterapia Cognitivo – Interpersonale (scuola di specializzazione quadriennale in psicoterapia cognitivo interpersonale). Continua a leggere

René Girard, LA TEMPESTA MIMETICA
IN PERIODO DI CRISI ECONOMICA

Convegno Internazionale Fondazione Valentino Bucchi
Roma, 29 novembre 2009

FRANCISCO MELE

René Girard individua nella Bibbia una logica contrapposta a quella dei miti della cultura greca. (….)
Nella Bibbia la vittima è innocente e il testo biblico denuncia i persecutori. Girard trova quindi nella Bibbia un tentativo di smascheramento della violenza all’interno di una comunità.

UNO STUDENTE HA ACCOLTELLATO IL SUO INSEGNANTE DI MUSICA

La crisi esplosa con i primi crolli della borsa ha accelerato un cambiamento che ancora non percepiamo nella sua crudeltà, ma negli effetti che in tutta la piramide sociale produce sulle persone più deboli e sugli emarginati, attraverso la violenza che si verifica quotidianamente, nei delitti in famiglia in aumento esponenziale, negli scontri tra etnie diverse specialmente nella scuola con il bullismo, la ribellione ai professori, l’intolleranza degli studenti a qualsiasi disciplina. Continua a leggere

El MAL EN LAS ORGANIZACIONES DEL BIEN

CONGRESO MUNDIAL

DE LAS COMUNIDADES TERAPEUTICAS

Palma de Mallorca, 14 de abril de 2004

HACER(SE) DAÑO EN LAS “ORGANIZACIONES DEL BIEN”

Francisco Mele

El contexto de la incertidumbre

Las “organizaciones del bien” se ocupan de las personas que se encuentran en dificultad esistencial, material, psicologica, con el mundo humano y no-humano, con las instituciones sociales, en familia y consigo mismo.
El malestar psicosocioesistencial es legado al malestar social si bien hoy todavìa no podemos definir claramente los efectos de la new-economy, de la politica internacional, de la cultura del mercado globalizado en la esfera intrapersonal e interpersonal.

Los sociologos y los filosofos estàn constantemente buscando “definiciones” para definir la sociedad actual y que deberìan describir nuestra época.
Los conceptos màs usados son “riesgo”, “incertidumbre”, post-modernidad, segunda modernidad, tarda modernidad. He tratado de desarrollar el concepto de Sociedad post-neurotica, mucho màs cerca de la sociedad borderline en la cual estamos viviendo.
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La de-territorializaciòn, la sovranacionalidad, la separaciòn entre Estado y Naciòn, constituyen los procesos veloces que estamos viviendo en estas ultimas decadas.
Segùn Alain Touraine el individuo se encuentra amenazado entre dos fuerzas contrapuestas: la globalizaciòn, con la perdida de los vinculos que lo tenìan legado a la tradiciòn y la tendencia comunitaria, que lo empuja a fundirse en una comunidad de apartenencia.
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PSICOANALISIS Y DROGADICCION

PSICOADIC

II Jornadas de Psioanalisis y Drogadiccion

Facultad de Medicina de Buenos Aires

1985

Coordina Lic. Alberto Calabrese

  • Dr. Ricardo Grimson
  • Dr. Héctor de Maio
  • Dr. Francisco Mele
  • Lic. Aracelli Gallo de Maci
  • Dra. Alicia Gillone
  • Lic. Alberto Calabrese
  • Coordinador

    • Lic. Alberto Calabrese: Director de FAT y Asesor de la Comisión Nacional sobre Narcotráfico y Uso Indhebido de Drogas.

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