LA REPUBBLICA
Figli cattivi

Figli cattivi
21 ottobre 2010 — pagina 46 sezione: CULTURA
Luciana Sica

Mele non teme l’ allarmismo: «La situazione è molto grave. Credo che ormai siano intorno al 10 per cento i ragazzi pronti al “ceffone di ritorno”. La vittima preferita è la madre, anche per l’ eclissi non solo simbolica della figura paterna. Ma non vengono risparmiati gli stessi padri, i fratelli e addirittura i nonni… Tanto che ormai sarebbe necessario un Telefono Azzurro per familiari maltrattati dagli adolescenti, un call center che almeno li informi su quello che possono fare per difendersi» Continua a leggere

Il bullismo in casa

STYLE.it
News

DALL’ITALIA11.36 – 21 ottobre 2010
Sempre più genitori vittime dei propri figli
Un’indagine condotta dal quotidiano La Repubblica rivela che sono in aumento i maltrattamenti in famiglia da parte degli adolescenti. Vittime non solo mamme e papà, ma anche fratelli, sorelle e nonni. E lo studioso lancia la provocazione: servirebbe un Telefono Azzurro per i parenti dei ragazzi ribelli
Bulli fuori e, anche, dentro casa. I dati, riportati oggi in un lungo articolo dal quotidiano La Repubblica, non sono affatto incoraggianti: i ragazzi italiani sono sempre più violenti e maneschi, anche tra le pareti domestiche. Al punto che lo psicoterapeuta Francisco Mele, autore del libro Mio caro nemico, denuncia una «situazione molto grave: i ragazzi pronti al “ceffone di ritorno” sono ormai intorno al 10 per cento. La vittima preferita è la madre, ma non vengono risparmiati neanche i padri, i fratelli, addirittura i nonni». E lancia una provocazione: «Servirebbe un Telefono Azzurro anche per i familiari maltrattati dagli adolescenti».
Sconcertante il numero di ragazzi denunciati per aggressioni: 3.510 tra il 2005 e il 2007 per violenza privata, 6.349 per lesioni personali solo nel 2007.
Spesso, dicono gli studiosi, si tratta di figli di genitori troppo accondiscendenti e poco responsabili, oppure, al contrario, di adulti conflittuali e violenti a loro volta.

FAMIGLIA CRISTIANA

Mio caro nemico
Mele Francisco, La guerra quotidiana in famiglia e nelle istituzioni, Armando, 2010, pp. 223
07/10/2010
Le strategie e le tattiche adottate dagli Stati in guerra si ritrovano con analoghe dinamiche nel sociale e nel privato. È la guerra che tutti i giorni ognuno deve sostenere per poter affrontare le sfide dell’esistenza, ed è il campo in cui si addentra l’indagine del terapeuta alla ricerca di possibili soluzioni. Il nemico può diventare l’organizzatore esistenziale di chi attraverso di lui riesce a dare un senso alla propria vita: il nemico organizza e orienta il mio desiderio. Lo studio indaga la violenza esaltata dalla attuale crisi economica e trasferita sul piano microsociale all’ambito familiare attraverso il modello della competizione all’estremo, del guadagno come obbiettivo dominante e della logica del tutto o niente.

CENTRO INTERNAZIONALE STUDI FAMIGLIA

Omicidio Scazzi: criminologo, scavare nelle dinamiche familiari
Il secolo XIX

Cronaca | 07-10-2010 – 15:30
Roma, 7 ott. – (Adnkronos) – Serve scavare e analizzare nelle dinamiche familiari per capire l’omicidio di Sarah Scazzi, 15 anni scomparsa lo scorso 26 agosto e uccisa dallo zio che ha confessato e portato gli investigatori sul luogo dove aveva nascosto il cadavere. “Un amico che diventa nemico in famiglia – ha spiegato all’ADNKRONOS Francisco Mele, criminologo e psicoterapeuta autore del libro ‘Mio caro nemico. La guerra quotidiana in famiglia e nelle istituzioni’ – sicuramente l’uomo, il cognato della mamma di Sarah covava da tempo questo atto atroce ed ha sfruttato la fiducia riposta in lui dalla giovane per raggiungere il suo scopo”.

Leggi l’articolo completo: Il Secolo XIX

Progetto di un telefono azzurro per i genitori

PARLAMENTO XVI LEGISLATURA (2008-2013)

Testo interrogazione a risposta scritta

link alla fonte

Atto a cui si riferisce: 
C.4/09586 [Contrastare il fenomeno del bullismo in famiglia]

 JANNONE. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della gioventù. – Per sapere – premesso che:  
 il bullismo è un fenomeno in preoccupante crescita non soltanto all’interno di gruppi di adolescenti, o di coetanei, ma purtroppo anche nelle famiglie. Episodi di violenze di figli contro genitori stanno emergendo sempre più cospicuamente, come dimostra la testimonianza riportata dal quotidiano «Repubblica», nella quale si legge: «vivo nella paura di mia figlia. La prima volta, Giorgia aveva 17 anni. Io sapevo che fumava erba, ma un giorno scopro che ha preso un acido. “Basta”, le urlo. “Basta con quel tuo ragazzo: è un balordo, lo capisci? Ti sta rovinando, non devi più vederlo!”. Mi giro e lei mi tira un cazzotto in mezzo alla schiena, io barcollo, cado, mi manca il respiro…». La mamma di Giorgia ha una figlia che sembra odiarla e che la insulta, la minaccia e a volte la picchia. È una donna poco più che quarantenne, vive nei pressi di Roma con un marito affettuoso e un figlio più piccolo: si direbbe una famiglia come tante, di piccola borghesia. E invece è una famiglia devastata dall’infelicità, dalla rabbia e dalla delusione: sentimenti che prevalgono sull’amore, in questi casi estremi;  
 a supporto di questi fenomeni, lo psichiatra Gustavo Charmet afferma: «sempre più spesso incontro madri che con vergogna ammettono di essere saltuariamente picchiate dalle figlie. Mi sorprende, ma non tantissimo, perché mi sono abituato all’idea che alle pari opportunità corrispondano uguali rischi. Ragazze che si emancipano picchiando. E poi la madre non è più la guardiana della verginità, la riduzione del conflitto appanna il suo potere sacro». I bulli in famiglia sono spesso ex bambini impotenti e ora onnipotenti che ingaggiano una loro guerra crudele in casa – una nuova versione dell’inferno domestico scarsamente quantificabile, perché raramente i genitori denunciano i loro figli. Una delle tante voci che si sono espresse a riguardo è quella di Francesco Mele, terapeuta di formazione lacaiana che – oltre all’attività privata – è in trincea con i ragazzi più in difficoltà, dirigendo l’«Istituto della famiglia» legato al nome di don Picchi. Il suo ultimo libro si chiama «Mio caro nemico», un titolo anche spiritoso per il supplizio della «guerra quotidiana in famiglia». Mele non teme l’allarmismo: «La situazione è molto grave. Credo che ormai siano intorno al 10 per cento i ragazzi pronti al «ceffone di ritorno». La vittima preferita è la madre, anche per l’eclissi non solo simbolica della figura paterna. Ma non vengono risparmiati gli stessi padri, i fratelli e addirittura i nonni. Tanto che ormai sarebbe necessario un Telefono Azzurro per familiari maltrattati dagli

 adolescenti, un call center che almeno li informi su quello che possono fare per difendersi»;  
 si possono azzardare alcune ipotesi sulle figure genitoriali che, in teoria, favorirebbero l’aggressività dei figli: i genitori libertari che non vietano mai; quelli che non si assumono responsabilità e invertono i ruoli; quelli conflittuali che spingono l’adolescente nel ruolo del «giustiziere»; quelli violenti che insegnano a regolare i conflitti in modi brutali. E poi i genitori «incestuosi», picchiati perché nell’adolescenza il legame si rompe e il figlio non trova altri modi per uscirne. Isabella Mastropasqua dirige l’ufficio studi del dipartimento di giustizia minorile presso il Ministero ed è lei a dire: «A tutt’oggi le uniche statistiche disponibili, che si basano sull’elaborazione dei dati Istat, fotografano una realtà di piccoli numeri, ma allarmanti. Sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno senz’altro più diffuso, vissuto in gran segreto. Il prossimo anno, con la modernizzazione del nostro sistema informativo, potremo dire chi sono esattamente le vittime di questi reati»;  
 in attesa che il dato venga «scorporato», le relazioni in famiglia sembrano precipitare a un punto molto basso. Per il terapeuta della famiglia Luigi Cancrini è credibile che i ragazzi «maneschi» siano tra il 5 e il 10 per cento: «Principini molto sedotti e manipolati nell’infanzia, sono rimasti invischiati in un rapporto di terribile dipendenza che non riescono a spezzare. Nella medio-alta borghesia, diventa poi sempre più esplosiva la negligenza affettiva coniugata al consumismo». E Luigi Onnis, studioso e clinico di prim’ordine, conferma: «Almeno il 5 per cento degli adolescenti va oltre l’aggressività verbale, che è invece all’ordine del giorno. Sono ragazzi che non hanno una guida -:  
 quali misure il Ministro intenda adottare, al fine di contrastare il fenomeno del bullismo in famiglia, non con una repressione violenta, ma tramite terapie di recupero dei minori coinvolti, che vedano la presenza attiva anche degli stessi genitori.  
 (4-09586)

LA GUERRA IN FAMIGLIA E NELLE ISTITUZIONI
VISTA DALLO PSICANALISTA

LA GUERRA IN FAMIGLIA E NELLE ISTITUZIONI VISTA DALLO PSICANALISTA FRANCISCO MELE

Giulio Giallombardo

WWW.SICILIAINFORMAZIONI.COM
03 ottobre 2010 – 18:41

Le strategie e le tattiche adottate dagli Stati in guerra trasferite nel sociale e nel privato, ovvero nella guerra che tutti i giorni ognuno deve sostenere, consapevolmente o inconsapevolmente, per affrontare le sfide dell’esistenza. Ad indagare il fenomeno dell’”aumento della violenza nei piccoli gruppi e soprattutto all’interno delle famiglie” e’ un saggio dal titolo “Mio caro nemico. La guerra quotidiana in famiglia e nelle istituzioni” (Armando editore, 19 euro), scritto da Francisco Mele, psicoanalista e docente di sociologia della famiglia.
Nell’analisi di Mele, la violenza, esaltata dall’attuale crisi economica e trasferita all’ambito familiare passa attraverso il modello della competizione all’estremo, del guadagno come obiettivo senza proporzione rispetto al rischio e della logica del ‘tutto o niente’.
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Diretta News.it

GUERRA IN FAMIGLIA / Crescita della violenza nella società, psicoanalista Mele ne parla nel libro “Mio caro Nemico” (fonte: Adnkronos)

Domenica, ottobre 3rd, 2010

Le strategie e le tattiche adottate dagli Stati in guerra trasferite nel sociale e nel privato, ovvero nella guerra che tutti i giorni ognuno deve sostenere, consapevolmente o inconsapevolmente, per affrontare le sfide dell’esistenza.
Ad indagare il fenomeno dell’”aumento della violenza nei piccoli gruppi e soprattutto all’interno delle famiglie” è un saggio dal titolo “Mio caro nemico. La guerra quotidiana in famiglia e nelle istituzioni” (Armando editore, 19 euro), scritto da Francisco Mele, psicoanalista e docente di sociologia della famiglia.
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