TEOPOLITICA DEL DIO WEB

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Maggio 2016

Di Francisco Mele

Analisi del potere politico secondo la teoria dei Quattro discorsi di Lacan

Il discorso corrisponde a una costruzione del linguaggio e come tale presenta la sua componente sociale; il discorso come  legame sociale tiene conto della circolazione del desiderio che organizza, colloca e distribuisce ruoli e gerarchie.

A partire dalla rivoluzione provocata da Galileo nel campo della fisica con l’apporto della matematica, Lacan utilizza concetti matematici per leggere la realtà psichica. Questo progetto si completa con l’utilizzazione dei matemi e con la nozione di topologia che, ad esempio,  rende più chiaro la differenza fra funzione paterna e padre reale. 

Tale progetto comprende quattro luoghi fissi e quattro termini o matemi che si spostano seguendo una traiettoria in senso orario o anti-orario. Il neologismo matema ha a che vedere con l’intenzione da parte di Lacan di leggere e introdurre sul piano del desiderio la matematica.

Questi matemi – che sono lettere – seguono un ordine preciso: S1, S2, a, $, che vengono a rappresentare il Significante padrone, il Significante del discorso universitario, l’oggetto piccolo a e il Soggetto barrato o scisso.

I Quattro luoghi fissi sono il luogo dell’agente o del dominio, il luogo dell’Altro, il luogo della produzione e il luogo della verità. 

luogo dell’agente                        luogo dell’Altro

____________________                        ___________________

luogo della verità                       luogo della produzione

Ad esempio, se analizziamo il discorso del padrone, questo discorso ha la seguente conformazione :

S1              S2

_____          _____

$                a

In questo lavoro ci interessa analizzare il discorso del padrone – il significante S1-  quando si trova in posizione di dominio; il significante S1 si rivolge a un altro occupato dal discorso universitario che produce quel resto designato oggetto piccolo a. 

Questo oggetto a è il risultato dell’irruzione del Significante – del linguaggio –  nel mondo del reale (definito come godimento). Il passaggio dell’essere vivente attraverso il linguaggio lascia un resto – il piccolo a – che non può essere simbolizzato. Questo piccolo a si pone come causa o motore del desiderio. Quando il godimento si scontra con la Legge (con la “elle” maiuscola ), deve rinegoziare il suo status, trasformandosi così in desiderio. 

La differenza fra desiderio e godimento è fondamentale come la differenzia tra pulsione, bisogno e desiderio. Il godimento che scavalca la Legge rimanda alla pulsione di morte. Lacan analizza l’irruzione del simbolico nel campo del godimento: come il linguaggio colpisce il Reale (godimento) e quali conseguenze produce nella costruzione del soggetto. 

 La lettura triadica della realtà include il rapporto intrecciato tra Reale, Immaginario e Simbolico. Il godimento occupa il posto del Reale. E’ da chiedersi quanto del Significante si trova nel Reale e quanto del Reale nel Simbolico e nell’Immaginario. 

Secondo questa triade – conosciuta anche come “i tre registri lacaniani”, Alain Badiou legge  il Simbolico come il rappresentante dell’assetto costituzionale dello Stato, del Diritto. Il Reale si fa presente quando la realtà mette in crisi l’assetto costituzionale. L’Immaginario viene rappresentato da tutta l’organizzazione che vorrebbe mettere in scena  nello spazio sociale il potere, l’Io del leader e il transfert del popolo che si identifica con questo leader. L’immaginario ha a che vedere con l’idea  del popolo  che crede di governare attraverso i suoi rappresentanti. In realtà in ogni forma di governo il popolo viene escluso dal potere politico ed economico. Una gestione diretta del potere da parte del popolo sarebbe impossibile. L’Immaginario ricorda il concetto di ideologia intesa come costruzione sociale che nasconde il conflitto di fondo all’interno di una società, nascondendo in questo modo il sistema di dominio basato sulla forza e sulla violenza. Secondo una terminologia foucaultiana, l’ideologia nasconderebbe un vero discorso del sequestro da parte del potere. Foucault,  ispirandosi  a Hobbes, sostiene che il soggetto, pur di salvare se stesso, cede la sua libertà. Quindi il potere si mantiene in funzione del sequestro della libertà ceduta dal suddito. Lacan mette in discussione l’idea che il godimento appartenga soltanto al padrone a detrimento dei suoi sudditi: in realtà, anche questi godono. Nella scelta del leader – che poi può anche diventare tiranno o despota – il popolo non è una vittima, ma partecipa direttamente o indirettamente all’insediamento del leader.

Nel discorso del padrone emerge, quindi, il Soggetto barrato, il Soggetto che non è  integro, padrone di se stesso. 

Il passaggio dal discorso del padrone al Soggetto scisso avviene attraverso l’Altro   che si configura nello schema precedentemente segnalato come il luogo del discorso universitario. Lacan elabora questo schema in pieno movimento del Sessantotto. La sua critica all’università come luogo di affermazione e non di critica del padrone, ha segnato il contrasto più evidente con il gruppo di studenti che volevano costringere lo psicanalista a uscire dalle aule universitarie per lottare con loro “fuori”. In seguito questa sua critica è stata ancora più forte, tanto che l’università gli impedisce di continuare le lezioni.  Egli si trova quindi ad essere rifiutato duplicemente, e dagli studenti e dall’istituzione. Nel discorso di Lacan, non si tratta più di fare la rivoluzione, che comporterebbe comunque di rimanere sempre allo stesso modello, soltanto cambiando i personaggi che occupano il potere, senza modificare o sovvertire realmente il sistema. La sovversione del Soggetto al posto della rivoluzione ha significato la condanna del pensiero lacaniano. La critica che Lacan oppone alla comunità degli esperti incapace di produrre un proprio discorso, cerca di sovvertire il paradigma stesso della costruzione del sapere. Il discorso scientifico non si sviluppa nelle aule universitarie – sostiene Lacan -, ma fuori di esse. Lo scienziato, come il filosofo, è un antipolitico sostiene Lacan,  in termini di Roberto Esposito può essere definito come l’impolitico. Lacan farebbe parte di tutti quelli che cercano di sovvertire lo schema che ha sostenuto per secoli la dinamiche politica. 

In una seconda formulazione, Lacan modifica il suo primo schema del discorso del padrone, sostituendolo con il discorso del capitalista. 

Il capitalista in posizione di dominio produce uno pseudo-sapere – cioè l’ideologia – che nasconde la violenza insita nella produzione capitalista. Nel sistema capitalista la produzione di oggetti si organizza in funzione del godimento per tutti. La figura del consumatore si pone come un ideale di soggetto in grado di raggiungere il godimento totale, come riuscirebbe a compiere illusoriamente il capitalista. La meccanica di questo discorso incentiva la competizione all’estremo, che è alla base o, secondo René Girard, che costituisce la causa principale delle frequenti crisi tra momenti di alta produzione e benessere, e momenti di profonde crisi e malessere. L’eccesso di produzione provoca a livello circolare la recessione. 

La produzione capitalista non solo genera un eccesso di produzione, ma anche un eccesso di rifiuti. Il soggetto stesso nel momento della crisi viene  considerato come un rifiuto, un esubero. Il capitalista, in posizione di comando, si avvale degli esperti che provengono dal mondo delle accademie e delle università; gli esperti si presentano in possesso di un sapere  in grado di gestire il conflitto sociale. 

Inoltre gli esperti si sentono in grado di gestire il Reale inteso come il continuo fluire del godimento che in ultima istanza è al servizio del principio di morte. Il godimento all’estremo porta  all’eliminazione dello stesso godimento.