Giovani e sballo

GIOVANI E SBALLO, IL SOCIOLOGO: “COSÌ SI FUGGE DA UNA VITA NAUSEANTE”
Alessandro Bisconti

9-08-2010
“Sballarsi significa fuggire da una realta’ avvertita come pesante, da una vita nauseante. Si ricerca il massimo divertimento nella massima perdita di controllo: ma questa non porta a un vero godimento, in realta’ chi ‘si sballa’ in molti casi avverte un senso di tristezza”. Lo sottolinea Francisco Mele, docente di Sociologia della Famiglia e di Pedagogia della devianza e dell’emarginazione minorile e autore del libro “Mio caro nemico”, commentando i due stupri registrati in questi giorni e che hanno per protagonisti appunto i ragazzi dello sballo.
Da questi stati di alterazione, spesso nascono episodi di violenza, per la maggior contro le donne, in cui “si concretizza l’ancestrale fenomeno della guerra fra i sessi – continua Mele – Lo stupro e’ la negazione della donna come individuo e al contempo l’affermazione dell’uomo come predatore, in una rappresentazione falsa e tribale della virilita’. In questo processo l’alcol ha una parte fondamentale: elimina barriere e limiti del proibito. Un piacere effimero, che prima o poi deve fare i conti con una realta’ in cui i limiti esistono”.