IL DELINQUENTE COME NEMICO SOCIALE
Francisco Mele
La scelta del nemico di tutti fa parte dell’intelligenza del politico – affermava Carl Schmitt -. Ogni governo sceglie quella figura che giustifica parte dell’impossibilità di raggiungere gli obbiettivi proposti durante le campagne elettorali.
Una lettura della legittima difesa sposta l’attenzione verso un problema che impedisce di vedere la complessità della governabilità.
Quando una società si sente minacciata a livello esterno o rischia la frammentazione della propria identità a causa di lotte interne, escogita il dispositivo che serve a riunificare una società in crisi: il meccanismo è la scelta del sacrificio di una figura considerata nemica. In sintesi, la scelta del sacrificio di uno serve a salvare tutti, perché una violenza nella guerra interna indiscriminata può portare all’autodistruzione della comunità.
René Girard individua nel capro espiatorio il dispositivo che serve quindi a proteggere il sistema.
Perché nel caso della legittima difesa lo Stato rinuncia alla sua funzione di terzietà?
C’è la tendenza nei governi di eliminare o ridurre il funzionamento della mediazione istituzionale, in questo caso dell’ordinamento giuridico.
Il sovrano alla base di quello che oggi viene chiamato il sovranismo tende a stabilire un rapporto simbiotico tra popolo e sovrano: questi si sente portatore della voce e dei sentimenti del popolo venendo a questo punto a sentirsi legittimato a modificare talvolta con l’intenzione di addomesticare la struttura giudiziaria.