STUDENTESSA ANORESSICA
CON SUICIDIO HA RIFIUTATO ANCHE CONSUMO

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31-12-2008
Roma, 31 dic. (Adnkronos) – ”Il suicidio della ragazza anoressica, che ieri a Roma si e’ lanciata nel vuoto spaventata dall’eccesso di cibo delle feste assurge a drammatico simbolo di un netto rifiuto della societa’ del consumo. In realtà è lei stessa, con la sua malattia, il simbolo di tale società basata sulla logica del tutto o niente, e soprattutto sulla logica della competizione esacerbata che ha un suo culmine nella guerra di tutti contro tutti”. Lo sottolinea lo psicanalista e criminologo Francisco Mele , docente di Sociologia della Famiglia e direttore del Settore Terapia Familiare del Ceiscommentando commentando il caso della studentessa di 19 anni, affetta di anoressia da cinque, che ieri a Roma si e’ tolta la vita.
”L’anoressia -spiega Mele- appartiene al campo della clinica dell’insostanza. Nel lanciarsi nel vuoto, la ragazza segnala la mancanza di una sostanza dove appoggiare la propria esistenza. Non si tratta di una sostanza vera e propria, bensì della ‘parola’ che secondo la Psicanalisi riguarda l’elemento fondamentale che da’ senso agli elementi dell’esistenza mantenendoli uniti”.
”L’anoressica -aggiunge- è inoltre una persona altamente competitiva che alla competizione sembra rinunciarvi, e si mantiene silenziosa aspettando il momento per sferrare il contrattacco. Questa fine dell’anno, anche dopo il susseguirsi del crollo delle borse, ha significato il crollo della fiducia. Si tratta della metafora della crisi dei nostri giorni: tutto poggiava sul virtuale, sull’insostanza creata dagli stessi uomini che hanno scardinato le regole del gioco del mercato”.

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