IL TELEFONO AZZURRO PER i GENITORI

 

MEDI@TERRANEO NEWS

Un «telefono azzurro» per i genitori di figli mammoni

GIOVEDÌ 05 DICEMBRE 2013

«Servirebbe un Telefono Azzurro anche per i familiari maltrattati dai figli». Una provocazione lanciata dallo psicoterapeuta Francisco Mele, autore del libro «Mio caro nemico», in realtà è la descrizione di un fenomeno sempre più frequente: i ragazzi sono sempre più violenti e maneschi, anche in casa.

LONDRA – I figli che vivono a casa con i genitori, conducono una vita più semplice, facile e all’insegna delle comodità? Sembra proprio il contrario. Questa leggenda è stata smentita da un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra. Gli esperti hanno preso in considerazione 8mila individui e hanno scoperto che i ragazzi, soprattutto se ventenni e ancora inquilini dei genitori, sono più propensi ad assumere comportamenti violenti o tendono con più frequenza a soffrire di disagi psichici rispetto a giovani che conducono uno stile di vita indipendente.

Lo stesso fenomeno sembra accadere in Italia. Due giorni fa, un venticinquenne tarantino è tornato a casa ubriaco e, preso dai fumi dell’alcool, ha picchiato il padre. Qualcuno ha chiamato i carabinieri per mettere fine all’aggressione.

Un altro episodio è accaduto a Teramo, dove il figlio violento (ormai adulto) di una coppia di sessantenni, è stato allontanato dalla casa familiare perché vessava i suoi genitori, pretendendo denaro. Succede un po’ ovunque. Questi sono alcuni dei casi denunciati. Ma quanti altri restano fra le mura di casa? Quante volte i figli rispondono con violenza verbale e fisica ai propri genitori?

«Servirebbe un Telefono Azzurro anche per i familiari maltrattati dai figli». Una provocazione lanciata dallo psicoterapeuta Francisco Mele, autore del libro «Mio caro nemico», in realtà è la descrizione di un fenomeno sempre più frequente: i ragazzi sono sempre più violenti e maneschi, anche in casa.

Secondo l’ultimo rapporto Istat, in Italia sono più di 6mila i casi i giovani denunciati per aggressione. E spesso, in maniera errata, la condotta violenta dei figli si addebita a una cattiva educazione: genitori che viziano o che privano troppo, a volte deboli e a volte forti, della serie «tanto come la fai, la sbagli». Ma sono innumerevoli i fattori che spingono un ragazzo a un comportamento aggressivo.

Il comune elemento mancante? Il senso di responsabilità, un fattore decisivo per lo sviluppo del benessere psicologico, ciò che dovrebbe guidarli nella gestione della propria vita.

MARA CONCEPITA ZECCA

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