MIO CARO NEMICO La guerra quotidiana in famiglia e nelle istituzioni

Francisco Mele
con un saggio di
Luigi M. Lombardi Satriani
ARMANDO EDITORE

In questo studio si affronta invece un “organizzatore esistenziale” visto come un nemico: di esso alcuni non possono fare a meno per affermare la propria identità sul piano individuale: “Senza il mio nemico, io divento folle”, dice Jacques Derrida.
Il paradosso della diade amico / nemico si riassume nella formula : “L’amico ci può tradire / il nemico non ci tradisce mai”.

Questo studio intende indagare sul piano macrosociale circa la violenza esaltata dalla attuale crisi economica, e trasferita all’ambito familiare attraverso il modello della competizione all’estremo, del guadagno come obbiettivo senza proporzione rispetto al rischio e della logica del tutto o niente.

A livello microsociale si è verificato un aumento della violenza nei piccoli gruppi e soprattutto all’interno delle famiglie: si tratta di una polemologia del quotidiano. Essa riguarda la guerra che si verifica a diversi livelli in ambito sociale, familiare e istituzionale. E’ la guerra che tutti i giorni ogni soggetto, in maniera consapevole o inconsapevole, sostiene per poter affrontare le sfide dell’esistenza.

In questa ricerca della genesi della violenza vengono citati filosofi, sociologi, economisti, teologi, psicanalisti ed antropologi, tra cui Sigmund Freud, Jacques Lacan, Michel Foucault, Paul Ricoeur, Vladimir Jankelevich, Jacques Derrida, Jurgen Habermas, Axel Honneth, John Rawls, Carl von Clausewitz, René Girard, Michel de Certeau, Fritjof Capra.
Lo studio intende essere anche una riflessione sulla criminologia in ambito familiare.
E’ analizzato il rapporto fra diritto, legge e trasgressione.
Viene inoltre trattato il pensiero gnostico, che nelle sue derivazioni negative si riscontra nella struttura perversa, alla base di delitti sul piano familiare e sociale.

Sono riportati casi di situazioni familiari appartenenti a differenti livelli sociali e culturali, nei quali si manifestano i segni del disagio conseguenti alla crisi morale ed economica. Su tali casi viene impostata una analisi critica alla luce delle differenti teorie che spiegano il fenomeno trasgressivo, criminale e delle perversioni e se ne delineano le strategie per affrontare il conflitto sociale e familiare conseguente.

Il concetto elaborato dall’antropologo René Girard, relativo alla competizione all’estremo, da lui definita “rivalità mimetica”, offre la chiave per articolare il rapporto fra macro e micro società.
Secondo Girard, la violenza da cui ha origine la cultura è legata all’assassinio primordiale. Ogni cultura elabora strumenti di protezione per incanalare la violenza: tra questi il diritto, la religione, l’arte, la scienza, il commercio ecc. Il libro propone una riflessione su tali strumenti, sul loro parziale fallimento e sulla necessità di individuare altre vie di contenimento.

Lo studio della guerra attraverso i trattati scritti da pensatori e strateghi occidentali come Clausewitz e Ruppert Smith, e da pensatori e strateghi orientali come Sun Tzun viene trasferito all’ambito del privato, riscontrandone analogie che permettono di leggere i sintomi manifestati dai componenti di una famiglia come vere e proprie strategie o tattiche di combattimento; ad esempio: l’anoressica, “kamikaze” in una famiglia che viene annientata dalla sua patologia; il giocatore, distruttore delle risorse familiari e quindi dell’esistenza del suo nucleo di appartenenza; il borderline i cui genitori risultano in ostaggio perché minaccia di suicidarsi o di ucciderli se non acconsentono alle sue richieste urgenti; il depresso che si chiude dentro di sé ed elabora dei sistemi di contrattacco rifiutando ogni contatto con gli altri; il paranoico che sta sempre a sorvegliare il nemico, reale o immaginario, per smontare quelli che ritiene i suoi piani di offesa.

Oguno, nel corso della vita, si crea un suo “organizzatore esistenziale”, o anche più di uno. Questo concetto, nella sua accezione intrinseca, rappresenta un elemento socialmente importante, che indirizza l’esistenza verso l’obbiettivo scelto come personale finalità primaria.
In questo studio si affronta invece un “organizzatore esistenziale” visto come un nemico: di esso alcuni non possono fare a meno per affermare la propria identità sul piano individuale: “Senza il mio nemico, io divento folle”, dice Jacques Derrida.
Il paradosso della diade amico / nemico si riassume nella formula : “L’amico ci può tradire / il nemico non ci tradisce mai”.
Il nemico può diventare l’organizzatore esistenziale di chi ne ha bisogno per dare un senso alla propria vita: il nemico organizza e orienta il mio desiderio, secondo Girard.
Se, ad esempio, dei genitori investono tutta l’esistenza nella cura dei figli – in questo caso, l’organizzatore esistenziale dei genitori sono i figli -, questi vengono a rappresentare il centro totalizzante della vita dei genitori e di conseguenza diventano loro ostaggio, mentre i genitori diventano ostaggio dei figli. Nessuna delle due parti – genitori e figli – riesce ad immaginare una propria autonomia, qualsiasi lotta per liberarsi espone ciascuna delle due parti agli attacchi della reciproca aggressività: i figli diventano dei nemici dei genitori se non rispondono alle loro aspettative e così avviene per i genitori rispetto alle attese dei figli.
Anche nella sfera del pubblico esiste questa figura dell’”organizzatore esistenziale” visto come nemico necessario, essenziale allo sviluppo della politica: il ruolo del politico è quello di saper scegliere il nemico, afferma Karl Schmitt.

In relazione all’“organizzatore esistenziale”, viene anche sviluppato il concetto di “insostanza”, l’elemento di cui il tossicodipendente, il bulimico, l’anoressico o il giocatore non può fare a meno: tutta la vita gira intorno a qualcosa che non esiste, ma che si crede esista: è l’insostanza.

I rapporti di coppia sono spesso organizzati in funzione della scelta di un “buon nemico”. Due persone vivono insieme per decenni odiandosi, ma per vivere devono restare unite. La scelta del coniuge non sempre corrisponde all’amore, ma ad una sfida nei confronti dell’altro: da tale situazione iniziale si può prevedere una futura guerra in famiglia.
Una serie di casi trattati sul piano della clinica esemplifica le teorie sostenute, individuando, attraverso il lavoro terapeutico individuale e familiare, strumenti finalizzati a smontare e a ridurre, se non ad eliminare, la competizione all’estremo, l’ostilità e la violenza che mettono a rischio l’individuo, la famiglia e l’intero tessuto sociale.

Introduzione

PARTE PRIMA

Dalla guerra tra le genti alla guerra tra la gente
una concezione polemologica dei rapporti umani

L’arte della guerra

La tattica del debole
Il combattimento in famiglia
Impossessarsi della mente del nemico
Per vincere si deve conoscere sia il nemico che se stessi

L’organizzatore esistenziale
L’insostanza
L’invenzione del nemico
Terapia come insostanza

Il persecutore preferito

La rivalità mimetica
Riconoscimento/misconoscimento
Il ciclo mimetico
I rapporti simmetrici
Lo scacco del soggetto
Crisi mimetica e psicoterapia
Psicopatologia della rivalità

La guerra dei doppi

L’origine cruenta della cultura
Il mediatore che orienta i desideri
Il commercio come guerra continua
L’economia globalizzata
L’antinemico

Crimine e diritto

La bestia, il criminale, il sovrano
Il trasgressore ama la legge
La legge del branco

La costruzione perversa

La morte di Narciso
L’amore del perverso
Il sapere del perverso
La messa in scena del fantasma perverso
Il meccanismo distruttivo nell’atto perverso

Il sacro e il profano

Le sette gnostiche
La gnosi
Il mito del salvatore salvato
La guerra finale nel mito gnostico
La gnosi e la perversione

La violenza e il sacro

L’uomo che lotta con Dio
Il dono del nome del padre
Lasciare la casa del padre
Il parricidio all’origine della cultura
La morte del figlio
La trasgressione del cristiano
La teologia negativa
Assumere la contingenza
La violenza del fanatico
Voler essere al posto del padre
La società post-nevrotica
Il ritiro del padre

La parola dell’uomo

Il Nome del Padre sostiene il mondo
La voce del padre e la pulsione omicida
Il padre violento
Il padre della menzogna

L’esistenza smarrita

La morte dell’altro
Dalla morte certa alla morte differita
Il suicidio controllo della morte

La logica della punizione

La convenzione della pena
La logica della grazia
L’ordine del riconoscimento
Carcere e comunità terapeutica

PARTE SECONDA

Polemologia familiare

Le trasformazioni del ciclo vitale
La via dell’etica ricostruttiva
Il perenne stato di ostilità

Polemologia istituzionale

Il manager in tempo di crisi
L’azienda-famiglia
Le dinamiche intrainstituzionali

L’anestesia morale dello stupratore

Gli svaghi del giovane normale
L’azione di gruppo
Stupro e status sociale

Le narrazioni

L’avvelenatrice
Strategie di infelicità
Il tarlo di una colpa
La sconfitta del Generale
Perversioni parentali
La ragazza kamikaze
Il manager perverso
La vendetta del figlio
Odio mia figlia
Il desiderio sollecitato
Il modello inafferrabile
La morte trasferita
Il partner privilegiato
Il tradimento molteplice
L’imago del bambino ideale
Un mondo d’ombra nel profondo
Conflittualità e fuga
Strategie di liberazione

L’effetto benefico del crimine

Analisi di una strage
L’exploit mediatico
Il desiderio omicida
Il nemico, sistema di riconoscimento
Il desiderio, mancanza ad essere

Bibliografia

Luigi M. Lombardi Satriani

LA RIMOZIONE DEL DIRITTO

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