EDGAR MORIN E IL GIOCO

Edgar Morin, Il gioco della verità e dell’errore – rigenerare la parola politica,
Erickson ed., Trento, 2009
Francisco Mele
E’ un breve trattato di politica che parte dal percorso dell’autore impegnato attivamente durante la Resistenza francese, giunge alla sua rottura con il partito comunista, arrivando ad una revisione del suo pensiero politico secondo un processo di rielaborazione teorica, portata avanti nel campo delle scienze umane in dialogo costante con le scienze della natura: ciò che in Hegel si estrinseca nel processo dialettico, Morin ne dà la definizione di “dialogico”, riassumibile in un pensiero circolare in cui gli opposti sono necessariamente complementari. Un fanatico della libertà, ad esempio, può degenerare in un fanatico del totalitarismo quando vuole imporre a tutti il suo modello di libertà.
Fondamentale nello sviluppo tematico del libro è il concetto di errore e di verità, come si evince fin dal titolo.
Riguardo alla verità, Morin ricorda Pascal quando afferma che esistono, oltre alla verità in cui cascuno crede, altre verità da rispettare.
Quanto all’errore, lo si trova dai microbi all’essere animale più evoluto. Nell’uomo l’errore ha due fonti, quello biologico e quello umano legato al fatto della cultura, dell’ideologica, delle idee e rappresentazioni che costituiscono il medium attraverso cui si accede alla realtà.
Le organizzazioni umane – si evince dal pensiero di Morin -, se non correggono l’errore attraverso una strategia giusta, rischiano di cadere in uno stato di autodistruzione.
Il libro è stato scritto nel 1981 e ristampato dalla Erickson, con un’interessante intervista all’autore. Il libro, utile per genitori ed educatori, aiuta a capire l’importanza del ruolo della scuola in una società in crisi. Scrive Morin: “perché l’insegnamento non è un compito qualunque ma di salute pubblica, come lo spegnere il fuoco o l’assistere i malati. La fede è inseparabile dalla missione e dall’amore, poiché, in qualche modo, occorre essere convinti delle virtù insostituibili di una buona educazione e si deve avere fede nella cultura e nello spirito umano.”

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