LA RIVALITA TRA WAGNER E NIETZSCHE

FRANCISCO MELE

Il concetto di rivalità mimetica permette di spiegare la rivalità innescata tra Wagner e Nietzsche ed anche l’oscillazione maniaco-depressiva di cui soffriva il filosofo tedesco, invidioso del successo avuto dal suo prima amico e modello, poi rivale e nemico. René Girard sostiene che la follia di Nietzsche non è legata al fatto di essere stato colpito dalla tubercolosi, ma al suo risentimento definito come la vendetta indebolita nei confronti di un reale o immaginario amico idolatrato, che diventa poi il nemico da perseguitare o dal quale difendersi. Continua a leggere

GUGLIELMINA W. PRONIPOTE DI WAGNER

FRANCISCO MELE

In quegli anni ho conosciuto Guglielmina Walter, tedesca, pronipote del musicista Richard Wagner, donna di raffinata cultura che soffriva di un disturbo maniaco-depressivo.
Quando l’ho conosciuta, Guglielmina era ricoverata già da trent’anni in quell’ospedale. Mi risultava difficile capire come fossero stati sufficienti i motivi per i quali vi era stata rinchiusa: dava fastidio ai vicini, in quanto suonava il pianoforte anche di notte, diffondendo all’intorno le note di marce funebri da lei predilette; la sua opera preferita era la sonata numero due opera trentacinque di Chopin, ed anche la sonata per pianoforte numero dodici opera ventisei di Beethoven. Le piaceva inoltre ascoltare ad alto volume la marcia funebre del Sigfrido scritta dal suo celebre antenato.
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La trialéctica del reconoscimiento

La trialéctica del reconocimiento/desprecio/rivalidad-cooperación

Francisco Mele

La trialéctica me ha permitido construir un esquema útil para organizar el material de los primeros encuentros terapéuticos de una persona o de una familia.
Podemos imaginar dos tipos de ejes: uno vertical, el de la historia de los reconocimientos y de los actos de desprecio sufridos por un sujeto; y otro horizontal que es el que trata el “aquí y ahora”, es decir, el momento presente en el cual el sujeto establece relaciones de rivalidad o de cooperación.
En el eje vertical, a la derecha, podemos escribir la historia de los momentos en los que la persona se ha sentido reconocida, evaluada positivamente o sostenida emocionalmente. Siempre en el eje vertical, pero a la izquierda, se anotarán los momentos en que la persona se ha sentido humillada, maltratada y/o desconsiderada.
Esta dialéctica del reconocimiento/desprecio ha sido elaborada por Axel Honneth y por Paul Ricoeur partiendo de la teoría del reconocimiento del joven Hegel (el de Jena) antes de escribir su Fenomenología del Espíritu.
En la parte superior del eje horizontal se pueden escribir las personas reales o imaginarias con las cuales el sujeto en cuestión vive en rivalidad o en competición. Todo lo dicho tiene que ver con el concepto de la rivalidad mimética –que he tomado de René Girard–, es decir la pregunta mira a describir y fijar las escenas de rivalidad con un amigo, con el padre, con el marido, con la esposa, con los compañeros de la escuela, etcétera.
En la parte inferior se pueden anotar las personas con las cuales el sujeto ha podido establecer relaciones de cooperación o de colaboración.
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Vienna NGO Committee on the Family <>

December 2004, No. 52/ 53 Deadline for contributions:.1st. March 2005

Vienna NGO Committee on the Family

A prevention model: the “trialogic”

By Francisco Mele

During the second phase of adolescence, both the family and the school system are brought into question. Adolescents need to break off the vital world and the systems, but also need to feel themselves as members of a group. The family and the school system should be present as adolescents start to build their selves without hindering their incipient process toward autonomy; the “trialogic” proposal tries to involve three actors – the adolescent, the family and the school – in the prevention project.

This model is aimed at getting close to the adolescent through the peer-education approach. For this purpose, undergraduate trainees are trained and used to carry out interventions in classes, with students that are almost of the same age as they.

A second level of intervention involves the teachers, through the participation of CeIS operators and undergraduate and specializing trainees. Undergraduate trainees collaborate with the operator appointed to the CIC (Information and Counselling Centers) for students of intermediate and high schools. The specializing trainees have the task to get hold of the families and to establish a family counselling center in schools.

The work done in CICs and in family counselling centers is aimed at identifying the obstacles that could prevent communication among the actors involved in the educational process. It is based on working with homogeneous and heterogeneous groups, in order to understand needs and difficulties faced by students and to prepare them to meet their family and teachers at school.

After that, workgroups with teachers are carried out, with the purpose of analyzing the relationship of them with their students and with the school as institution. Teachers are also prepared to hold meetings with students and their families.
Likewise, the workgroups with parents provide them the opportunity to discuss about specific topics, such as their expectations toward their children, how they figure out their future and what the school should do to support them.
These three types of meetings should subsequently come together in heterogeneous groups, formed by parents, students and teaches. Finally, their results should be presented during a general meeting where students, teachers and families are expected to participate. It would be advisable to choose a few classes that would act as sample and driving force, for instance, a couple of classes of the first and last but one year.
However, it will be necessary to prepare some survey forms. These forms will be kept in the school and will allow to compare data from one year to another. Data collected in the first year may be easily compared with those collected in the following years, as the sample is represented by the same students. The meetings’ contents should be jointly prepared by operators and teachers, so that the latter are involved in the survey methods and will be able to continue the work after project completion.
It would be advisable to train parents and operators on the preparation of contents, in order to have a well-established group of families and teachers in the school. In this way, the family counselling center can be managed by parents with the support of teachers.

Contact: Francisco Mele   franciscomelepsi@gmail.com

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LA SUPERVISIONE IN PSICOTERAPIA

FRANCISCO MELE

Definizioni

Umberta Telfener scrive: “E’ stata chiamata supervisione la relazione tra una persona più esperta e un individuio in training. Si tratta di quella situazione in cui l’esperto costruisce con lo studente una serie di contesti educativi per connettere insieme gli aspetti comportamentali (il fare), quelli teorici (il saper fare), quelli emotivi (il saper essere), condividendo una cornice che contenga questi diversi livelli (la condivisione di una visione del mondo e di obiettivi condivisi). In un’ottica costruttiva la supervisione è considerata una coordinazione di pensieri e azioni all’interno di un contesto e di una definizione (di scopi e obiettivi) ugualmente condivisa”.

John Burnham (1993)
propone di chiamare la supervisione Parivisione. L’autore è contrario alla presenza di una persona che occupa una posizione super partes; la Parivisione è un processo di riflessione paritario. I partecipanti sono coinvolti in un’azione congiunta che sfrutta la “consapevolezza dei partecipanti stessi” : La supervisione classica si basa sulla pre-occupazione, e quindi sull’assunzione di responsabilità, da parte del supervisore della terapia. Sempre di più – sostiene Burnham – si tiene conto di un tipo di supervisione condiviso.

Supervisione o analisi di controllo

Il concetto “analisi di controllo” di origine lacaniana – diventato poi nell’uso semplicemente “controllo” – ha creato alcuni equivoci e differenziazioni con il termine “supervisione”.
Grinberg (1989) scrive:
“Si parla di supervisione e di controllo. Il termine supervisione suggerisce qualcosa che viene dall’alto, che tende prevalentemente a mostrare l’aspetto educativo; il termine controllo, invece, suggerisce l’idea di qualcosa più connesso cfon il controtransfert del terapeuta. Penso che valga la pena rivalutare questo aspetto perché può portare a vedere il processo di supervisione come qualcosa di persecutorio. Che connotazioni ha questo aspetto dal punto di vista istituzionale e quali difese crea?.(…) Controllo è un termine derivante dal tedesco Kontrolle, che significa ispezione o supervisione (…) Il termine “supervisione” sembra eliminare la sfumatura superegoica e persecutoria che era stata al termine controllo”.
In psicoanalisi, si va in supervisione dopo aver finito l’analisi didattica e quindi si comincia a fare l’analista.
Grinberg segnala che la supervisione3 comprende tre figure che agiscono nel processo: il terapeuta, il supervisore, il paziente. Altri hanno considerato il “rombo clinico” della supervisione costituito dal terapeuta, dal supervisione e dall’Istituto,
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LA TRIADE DELL’ETICA, LA MORALE E LA GIUSTIZIA

FRANCISCO MELE
1997

Nel nostro studio questa triade costituisce lo sfondo su cui operano le strutture che hanno il compito di formare i terapeuti, i pedagogisti, gli operatori psicosociali.
I rapporti umani tendono ad essere diseguali. La giustizia cerca di ridurre tali disparità e soprattutto di contenere l’espansione dell'”Io” di chi ha più potere.
La giustizia si differenzia dalla norma, dalla legge, e soprattutto dal concetto del giusto. Essa ha due aspetti, il diritto e il giusto. Il primo aspetto – la giustizia come diritto – è calcolabile, dice Derrida. Concordando con Ricoeur, ritengo che il concetto di giusto, molto più vicino al senso di giustizia, non si possa misurare.
Agnes Heller afferma che il “senso di giustizia” è la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato; tale distinzione si realizza per mezzo del giudizio. Il senso di giustizia è senso morale se si è anche in grado di distinguere tra bene e male.
Come nasce il senso di giustizia o il concetto del giusto? Continua a leggere