ASIS News quindicinale di comunicazione e informazione scolastica

Genitori vittime dei propri figli
Bulli tra le mura domestiche

Assis News Anno IX numero 19
15 novembre 2010
Secondo una recente indagine de La Repubblica del 21 ottobre 2010
Filomena Iaquinandi

Francisco Mele “A seguito di queste affermazioni, sottolinea l’emergenza indicando la necessità di un «Telefono Azzurro per familiari maltrattati da adolescenti, un call center che almeno li informi su quello che possono fare per difendersi».
Secondo una recente indagine condotta dal quotidiano La Repubblica, pubblicata in un articolo del 21 ottobre 2010, gli adolescenti e i giovani italiani sarebbero sempre più violenti, anche all’interno delle mura domestiche. Non più bulli solo in classe, dunque, ma ragazzi pronti ad inveire verbalmente e fisicamente nei confronti dei membri del proprio nucleo familiare.
Vengono riportate le considerazioni di Francisco Mele, psicoterapeuta autore del libro Mio caro nemico, nel quale prende in esame situazioni familiari relative a differenti livelli sociali e culturali, dalle quali emergono dati allarmanti.
Egli riferisce di una situazione molto grave, nella quale sottolinea che i ragazzi pronti al “ceffone di ritorno” si aggirano ormai intorno al 10 per cento: «La vittima preferita è la madre, anche per l’eclissi non solo simbolica della figura paterna. Ma non vengono risparmiati gli stessi padri, i fratelli e addirittura i nonni».
A seguito di queste affermazioni, sottolinea l’emergenza indicando la necessità di un «Telefono Azzurro per familiari maltrattati da adolescenti, un call center che almeno li informi su quello che possono fare per difendersi». Non meno sconfortanti appaiono gli altri dati stimati: si aggirano intorno al 5 per cento i ragazzi che insultano, 6.349 sono i ragazzi denunciati nel 2007 per lesioni personali, 3.510 quelli denunciati per violenza privata dal 2005 al 2007.
Pensando che a questi dati bisognerebbe sommare gli altri episodi non denunciati, vissuti in segreto, il quadro completo è ancora più allarmante.
A questo punto ecco spuntare nuovamente interrogativi su una possibile correlazione tra queste manifestazioni comportamentali e gli stili educativi dei genitori, ovvero quelle modalità relazionali attraverso le quali il genitore si rapporta al proprio figlio per svolgere il suo ruolo, quello di accompagnarlo, guidarlo lungo il percorso di crescita e costruire la propria identità.
Gli esperti del settore riconducono l’aggressività dei figli ad uno stile educativo permissivo, libertario di quei genitori con una personalità debole non ben definita, incapaci di assumere la responsabilità del proprio ruolo; altri, invece, additano i genitori che mettono in atto un autoritarismo violento che genera frustrazione e desiderio di vendetta.
Pedagogicamente parlando, un riferimento positivo potrebbe essere l’educazione socio-affettiva, metodologia educativa proposta da Thomas Gordon, che predilige uno stile educativo autorevole fondato sulla gestione democratica del conflitto.
Tale metodo si basa sulla ricerca di una soluzione che soddisfi le esigenze di entrambe le parti coinvolte nel conflitto, inteso come una qualsiasi controversia tra genitore e figlio, evitando la dicotomia e le conseguenze derivanti dall’individuazione di un vincitore e un vinto.
Fornire spunti traendoli dalla letteratura psico-pedagogica è cosa semplice, più complesso risulta ascoltare il grido di aiuto di genitori sempre meno competenti nel definire delle regole e che sempre più spesso si chiedono come sopravvivere ai propri figli adolescenti.
Thomas Gordon è psicologo clinico, stretto collaboratore di Carl Rogers e presidente della California State Psycological Association. Ha fondato e diretto l’Effectives Training Associates, un istituto i cui programmi di training per genitori, insegnanti ed educatori sono realizzati in tutto il mondo. Dello stesso autore le edizioni la meridiana hanno già pubblicato, Ne’ con le buone nè con le cattive (1989), Leader Efficaci (2000), Relazioni Efficaci (2005).

I commenti sono chiusi.