AMLETO E I SUOI NEMICI

Nemici come prima nello scenario della rivoluzione culturale moderata secondo Franco Ricordi

FRANCISCO MELE

Franco Ricordi cerca nel suo libro l’ideologia di Amleto superare la contrapposizione tra la cultura di destra e quella di sinistra. Aderisce alla costruzione di una terza via seguendo il pensiero di una destra liberale che vuole occupare lo scenario della cultura che vede nel monopolio culturale della sinistra un pericolo per la stessa cultura. I sostenitori di questa tesi vogliono riprendersi lo spazio persi o mai avuti nei diversi ambiti, come quelli del teatro, del cinema, della televisione, della letteratura e soprattutto della filosofia. In questa storia delle idee, fanno ricorso a Nietzsche e a Heidegger. Autori anche ispiratori di tanti teorici della sinistra. Ricordi ripropone la discussione sull’Essere e sostiene la neutralità dell’Essere. Il campo d’azione scelto dall’autore è il teatro. In questo libro, l’ideologia di Amleto diventa l’oggetto di studio privilegiato. Amleto appartiene al campo della sinistra o è un personaggio di destra? Ricordi, parte dal presupposto che si deve superare la dicotomia e si orienta verso la Terza Via. L’autore, allievo di Gadamer, fa parte dei pensatori della nuova destra moderata come Alain Benoist in Francia Marco Tarchi, Marcello Veneziani e Massimo Fini in Italia. Alcuni di questi autori avevano militati nell’area della sinistra, aveva partecipato all’68 e poi, si sono staccati diventando ultracritici, addossando all’68 l’origine di tutti i mali della nostra epoca.

Forse è per questa ragione che la rivoluzione culturale moderata non esita a attingere a concetti e autori di sinistra, come Emmanuel Lévinas o Hannah Arendt. La Terza Via è stato il programma politico di Tony Blair ispirato a Antony Giddens. Infatti Giddens sostiene che certi concetti propri della destra come conservazione, protezione, sicurezza devono convivere con i concetti della sinistra di eguaglianza, emancipazione, solidarietà.
Franco Ricordi realizza una lettura di Shakespeare dal punto di vista filosofico. Marta Nussbaum aveva già sostenuto l’importanza del teatro nella storia delle idee: la tragedia greca anticipa la filosofia, i primi maestri della filosofia sono Eschilo, Sofocle ed Euripide. In Shakespeare si trovano presenti sia la cultura greca sia la cultura latina. In Amleto, secondo Ricordi, Montaigne influenza Shakespare fornendo il dubbio come metodo esistenziale e non come metodo scientifico, il dubbio amletiano non è un il dubbio dell’ossessivo ma dell’uomo che si domanda sull’essere o non essere, ovvero sul senso della vita.

La questione del potere attraversa l’intera opera di Shakespeare, Amleto si pone come la coscienza critica di un potere intrigante e violento. Amleto rivela le contraddizioni del potere nel quali si confondono vita privata e vita pubblica. I conflitti della famiglia del Re si riversano sul contesto politico del potere stesso. Amleto è un buon esempio della Polemologia familiare, ovvero, le strategie e le tattiche all’interno della guerra all’interno della famiglia. La famiglia può diventare un vero campo di battaglia. La morte tra fratelli attraversa la cultura che si intreccia con la crudeltà, la violenza originaria come sostiene René Girard.
Secondo Ricordi, Amleto differisce l’azione violenta in quanto rinuncia esercitare la violenza, in realtà la differisce, spostandola su altri soggetti. La differenza come differire nel linguaggio la violenza risulta poi insufficiente a neutralizzare tensione aggressiva. Amleto uccide Polonio credendo fosse Claudio e duella a morte con Laerte.
Quando in un sistema si innesca la violenza, risulta inefficace combattere la stessa violenza con la violenza. La famiglia di Amleto si estingue per un’implosione interna, in quanto si è verificato la guerra di tutti contro tutti, e Amleto rinuncia alla vendetta diretta senza per questo può evitare di cadere anche lui nella spirale di violenza.
E’ possibile avanzare la proposta di una terza via senza violenza? Scrive l’autore:

“Se Amleto agisse <>; entrerebbe in una spirale di violenza (….) …La azione politica è violenza, la politica è delitto” (ved. Pagg. 177)

Soltanto il primato dell’Etica può arginare la violenza originaria. Il comandamento di non uccidere si esprime attraverso il Volto dell’Altro che ci sollecita alla responsabilità. La passione cieca non permette di vedere il Volto. L’ideologia serve a togliere all’altro il Volto disumanizzandolo.
Alla domanda se “le SS avessero un volto?”, Lévinas che era stato prigioniero in Germania, risponde Sì. Il Volto dell’Altro trascende la dialettica dell’Essere, i condizionamenti dei sistemi, l’impero della totalità. Il pensiero totalitario impedisce di vedere il Volto dell’Altro, lo annulla e per questo può giustificare l’omicidio del singolo o gli omicidi di massa. Amleto vede il Volto nel teschio del suo amato Yorick.
La proposta di Ricordi di una rivoluziona culturale moderata di destra, comunque non rinuncia a considerare nemici tutti quelli che sono rappresentati della sinistra. Il conflitto si pone su un altro piano. Forse dobbiamo riconoscere questo sforzo di passare dal piano della mera forza a quella della dialettica. Purtroppo la società si divide tra persecutori e perseguitati, che possono essere di destra, di sinistra, religiosi, laici. Perché si ha bisogno del nemico, in quanto il nemico serve a giustificare i propri fallimenti e a compattare l’instabile identità individuale e di gruppo.
Ricordi propone superare le ideologie. Si tratta di un libro che fa pensare. A questo proposito: cosa vuol dire ideologia? Anche quelli che dicono non avere un’ideologia la possiedono. L’ideologia impedisce di vedere i propri errori, giustifica la violenza senza fare mai un analisi di autocritica, soltanto si critica l’avversario. L’ideologia ha un etica, ma quale etica? Anche gli assassini dicono di avere un’etica. L’etica che parte dalla tradizione greco-ebreo-cristiana dovrebbe rispettare tre principi universali: il rispetto per la vita (non uccidere), la libertà e il principio di responsabilità. A partire di questi principi è possibile impostare una politica più giusta.
Il libro è costruito in torno alla figura di Amleto. ma interroga autori apparentemente lontani, o contrari all’origine della destra, Ricordi non esita a citare autori che hanno subito le persecuzioni nazifasciste, ma che direttamente o indirettamente vengono mettere le basi nella costruzione di un pensiero di una destra moderata e liberale, che rinunci veramente all’uso della forze per imporre le proprie idee.

I commenti sono chiusi.